gelosamente ricordo e pretendo
la scomodità d’essere me.
mi ci porti anche tu, per mano
mi mostri il mio smisurato volerti bene
a te piace, lo adori… anch’io
ma adesso non capisco
cosa ci faccio io qui
così vicino, senza entrare.
mi sforzo d’accettare che questo è il mio ruolo
ciò che ho sempre voluto
nonostante le tue lusinghe.
adesso che la casa non è più disabitata
è finito il sogno che mi bastava
d’immaginarmici dentro, da solo
adesso ti vedo meglio
ora che non siamo
più vicini di prima
così vago per terreni alieni dove
solo azzerare ogni punto di riferimento
ogni conoscenza e certezza
mi fa sentire saggio
e a casa mia
tu continua così
forse un giorno saremo gli stessi
forse no
e così immagino
smetto di farlo
guardo, vivo
e tu… lì…
diversa…
penetrante…
amata…
su di me…
come un tocco alieno