the one



la mia mente come un bambino.
la prendo per mano, provo a spiegarle… ma non c’è verso!
a cosa ti porta, le dico, questa razionalità, questa logica, ora?
a far finta di saperne più di me, più della vita, più della realtà?
non riesco, non posso spiegarle che il dolore è intoccabile, lei si difende: fa paragoni, mi dice che altri che se ne sono andati lei li conosceva anche meglio, che se ne sono andati in modi peggiori, mi dice che anche lei è stata peggio, che è abituata, che è forte, che regge il colpo.
e io come faccio a farle capire… che sta parlando ancora di me e di lei perché adesso non ha il coraggio, il fiato, di parlare d’altro…
non riesce a vedere la foto che le mostro, la foto del caso, che diventa un mostro ingiusto e spietato, che rapisce e in un istante fa sparire qualcuno… la foto di un amico, il volto innocente, le risate, le bestemmie, i modi di dire, le discussioni sugli ufo, sulla vita…
continua a non guardare quella foto.
e io come faccio a spiegarglielo?… come faccio a togliergli quei pensieri egoistici, egocentrici, quel mostrare i muscoli e gli ingranaggi perfetti, i muri d’acciaio riflettente che costruisce?…
non riesco a farle capire cos’ha perso adesso, cos’hanno perso altre persone, cos’ha perso lui ad andarsene ora… tutti abbiamo perso.
ogni volta perdiamo…
e io non riesco a spiegarglielo…
sono sicuro che la scuserai, teo, se non riesce a dirti nient’altro.