Continua a girare la notizia che la magnitudo dei terremoti è stata truccata per evitare il risarcimento dei danni ai terremotati da parte del governo, “notizia” nata durante il terremoto di Amatrice e rinvigorita in questi giorni, purtroppo, in occasione di altri terribili eventi sismici in centro Italia.
Secondo questa notizia per ogni terremoto, se si incrociano i dati tra fonti estere e nazionali o anche solo quelle nazionali ma a distanza di tempo, ci sono diverse discrepanze tra le magnitudo rilevate. Siccome se la magnitudo è inferiore a 6.1, lo stato non risarcisce danni secondo una legge varata durante il governo Monti, è evidente che i dati sono manipolati affinché il governo non sborsi un euro.
E’ una bufala: il risarcimento da parte del governo scatta in base ai danni causati dal terremoto, non alla sua magnitudo e sono valori che si calcolano secondo due scale completamente diverse che non hanno attinenza l’una con l’altra. La prima (Mercalli) viene calcolata a seconda dei danni causati dal terremoto, la seconda (Richter) invece in base all’intensità. Inoltre le diverse letture di magnitudo (che già non contano più in questo contesto, ma lo specifico per curiosità) possono normalmente variare sia a seconda dell’istituto che le ha registrate sia a seconda del momento perché le prime rilevazioni sono solo stime che possono essere corrette dagli istituti incrociando varie rilevazioni. Capita continuamente. (https://ingvterremoti.wordpress.com/faq/faq-domande-frequenti-sui-terremoti/#_Toc423523390)
Un ulteriore paradosso della bufala che circola è che si fa riferimento a una legge del governo Monti varata 5 giorni prima del terremoto in Emilia del 2012. La coincidenza ha tirato fuori addirittura la tesi che quella legge fu fatta apposta per non pagare i danni di un terremoto previsto. Peccato che pochi giorni dopo Monti firmò un decreto per garantire la copertura al 100% delle spese per la ricostruzione. (http://www.altalex.com/documents/leggi/2012/07/18/disposizioni-urgenti-per-il-riordino-della-protezione-civile)
Ora, esistono una marea di “complotti” ai nostri danni che vengono portati a termine senza colpo ferire e denunciarli, farne parlare, criticare, dissentire è sacrosanto, anzi direi vitale. Ma se non vogliamo che la nomea di “complottari” investa anche le cose serie di cui ci si deve occupare, sta a noi porre rimedio.
Insomma se non vuoi che ti chiamino complottista quando metti in dubbio qualcosa, inizia a non condividere notizie che non hai controllato e verificato perché è così che il complottismo diventa la macchietta di cui il potere ha bisogno affinché si zittiscano le voci.
Se condividi una notizia controcorrente senza verificarla non sei un ricercatore della verità, non sei un controinformatore. Sei solo l’Emilio Fede del complottismo.
Se condividi una notizia controcorrente senza verificarla non sei un ricercatore della verità, non sei un controinformatore. Sei solo l’Emilio Fede del complottismo.
Sono anni che lo dico: la differenza tra il complottismo becero da ridicolizzare che disinnesca anche le vere battaglie e il dissenso funzionale contro le bastardate che il potere ci cala sulla testa come mannaie la puoi fare solamente tu con il discernimento, controllando le fonti e usando la testa.
Se invece non ti frega niente nemmeno di questo, per lo meno pensa a chi è vittima di queste cose (i terremotati in questo caso) che non hanno bisogno che qualcuno speculi e dica stronzate su tragedie serie che costano vite e sofferenza.