preferisco sentirmi libero che comodo. preferisco camminare ad occhi chiusi dove mi pare piuttosto che stare attento a dove metto i piedi.
per questo mi scontro, o forse no, con ciò che va detto e fatto in ogni situazione… troppo perfetto, troppo ligio al dovere… a domanda rispondo, senza problemi, se taccio il problema è di chi ha posto la domanda.
quando si è piccoli siamo convinti, speriamo, sappiamo d’essere in qualche modo migliori degli altri, una sorta di supereroi… e in fondo tutti lo siamo, nella nostra diversità.
ma quando si cresce quest’idea scompare. a chi rimane viene chiamato egocentrico, superbo… si è sempre dei perfetti idioti quando si sta a un millimetro dalla verità senza coglierla in pieno o addirittura travisarla del tutto.
adesso che mi sento leggermente meglio, inizio a sentirmi stufo e stanco, perché so, e non sono cieco… non ancora… so che dovrò stare male ancora, che le promesse di un qualcosa di migliore di questo sono state cancellate come voli troppo in ritardo, lo vedo che le cose non funzionano perché gli attori portano in scena solo le loro difficoltà personali e non la loro passione, il loro talento.
e io mi fumo una sigaretta seduto sul tetto di questo cazzo di teatro, tirando un sospiro profondo ad ogni aspirata di tabacco, accettando questa condanna così com’è, come accetto me stesso per come so di non poter essere.
per questo mi scontro, o forse no, con ciò che va detto e fatto in ogni situazione… troppo perfetto, troppo ligio al dovere… a domanda rispondo, senza problemi, se taccio il problema è di chi ha posto la domanda.
quando si è piccoli siamo convinti, speriamo, sappiamo d’essere in qualche modo migliori degli altri, una sorta di supereroi… e in fondo tutti lo siamo, nella nostra diversità.
ma quando si cresce quest’idea scompare. a chi rimane viene chiamato egocentrico, superbo… si è sempre dei perfetti idioti quando si sta a un millimetro dalla verità senza coglierla in pieno o addirittura travisarla del tutto.
adesso che mi sento leggermente meglio, inizio a sentirmi stufo e stanco, perché so, e non sono cieco… non ancora… so che dovrò stare male ancora, che le promesse di un qualcosa di migliore di questo sono state cancellate come voli troppo in ritardo, lo vedo che le cose non funzionano perché gli attori portano in scena solo le loro difficoltà personali e non la loro passione, il loro talento.
e io mi fumo una sigaretta seduto sul tetto di questo cazzo di teatro, tirando un sospiro profondo ad ogni aspirata di tabacco, accettando questa condanna così com’è, come accetto me stesso per come so di non poter essere.