sulla superficie dei rimpianti



apprezzo la completezza assorbendo qualcosa di molto frammentato. e se manca un frammento manca molto.
è difficile svincolarsi dal concetto, riconoscere la bellezza della forma, del fatto che funzioni bene anche se non riesco a dire tutto ciò che vorrei… d’altronde ci sono sempre compromessi a cui sottostare.
mi vola qualcosa addosso, come un sospiro, un fantasma. veli di colori sgargianti, resi pallidi e mortuari dalla trasparenza, vesti di esseri mai esistiti, solo immaginati e bramati come fossero portatori di spiegazioni… ma forse sono solo un’altro vile bisogno…
e mi placo, sospiro il ricordo ingiallito colore dell’autunno, alberi bagnati e neri, vetri appannati scroscianti d’umidità e sopiri troppo profondi per poter parlare.
…non c’ero quando ve ne siete andati… non ci sono mai stato quando qualcosa è finito, perchè io ero già finito prima. eppure continuiamo ad esserci tutti, mi spiace in questo momento non ne vedo il lato positivo, ma solo la somiglianza a una condanna apparentemente eterna.
non ho fatto in tempo… ad esserci… a raccoglierti e reinterpretarti a modo mio.
ci sarà tempo di scaraventare il pianeta sotto di noi, vederlo allontanarsi e rimanere nel buio dove le stelle cantano in silenzio, dove fa freddo e i pensieri corrono come proiettili e nessuno viene perso nel vuoto.
puoi gridare quanto vuoi, non smetterò di ascoltare… né di sorridere.
volevo solo essere…