La critica del nazionalismo e patriottismo ha scatenato molta contestazioni sulla mia pagina facebook. Per questo mi sento di insistere a dire la mia a riguardo.
Il concetto che ci siano linee di confine decise dal potere che delimitano il nostro senso di appartenenza, di difesa ed esaltazione di un territorio è sintomo di quanto siamo succubi della propaganda del potere stesso.
Il patriottismo eleva qualcosa che in realtà non esiste.
Delimita un sentimento di amore e rispetto verso gli altri e la terra, escludendo tutto ciò che non fa parte di quei limiti. Delimitare un sentimento è già un atto di violenza ed infatti nazionalismo patriottismo stanno alla base di ciò che illude certi uomini di doversi difendere da ciò che è “straniero” creando i binari della diffidenza, della competizione, della divisione e della guerra.
Si tende a identificare la nazione come parte di se stessi quando in realtà la nazione è una finzione politico-economica imposta da altri. Questo evidenzia come le persone, perso completamente di vista il proprio ruolo e identità individuale attraverso la massificazione delle nazioni, hanno bisogno di questo senso di appartenenza fittizio offerto dal potere.
L’uomo mediocre non si pone il dilemma di non avere avuto alcun ruolo nelle decisioni che hanno reso grandi degli stati o delle persone con la sua stessa nazionalità, nemmeno si pone davanti al fatto che la sua nazionalità dipende puramente dal caso, semplicemente si china e ne raccoglie i meriti come fossero suoi e li mostra come fossero un trofeo di cui essere orgoglioso in una illusione dissociativa quasi delirante.
Oggi è l’Italia, domani sarà l’Europa. Confini scritti nel sangue e nelle bugie che masse di uomini continueranno a santificare nel nome di quelle stesse bugie, riempiendo un vuoto identitario che gli è stato sottratto nel tempo dagli stessi poteri che hanno disegnato quelle linee sulla terra.