Sono uno schiavista



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Io ho 25 schiavi. Sul serio. La cosa vi disturba? Immagino di sì. Come si fa persino ad immaginare di avere davanti una persona che ha 25 esseri umani schiavizzati per i suoi comodi senza perdere la testa? E’ inconcepibile.

Beh voi ne avete probabilmente altrettanti se non di più, o magari qualcuno in meno chissà. Di certo sarà dura che non abbiate alcuno schiavo al vostro servizio.

Sto delirando? No. Basta solo prendere in considerazione da dove provengono e come vengono prodotti gli oggetti che compriamo, basta analizzare le nostre abitudini e i nostri comportamenti. Lì si apre un mondo tragico perché in questo sistema di cose non esiste praticamente nulla che non sia ottenibile grazie al dominio e alla sofferenza di qualcuno.

Sì, sto scrivendo questo da un pc e ho uno smartphone in tasca. Questo ti fa venire voglia di darmi dell’ipocrita e girarti dall’altra parte? Io sono esattamente come te ma ho scelto non voltarmi. Ho scelto di fare pace e lavorare sulle mie incoerenze, inevitabili quando si inizia a capire la realtà delle cose e ho scelto continuare a guardarla sempre più dritta negli occhi cercando di fare quello che posso. Non ho scelto di usare le mie incoerenze e debolezze come una comoda scusa per far finta di non capire, zittire chi vuole un cambiamento e per voltarmi dall’altra parte.

Io ho 25 schiavi. Me ne vergogno. E voglio che tutto questo finisca. Tu?

Ps. ovviamente il numero di schiavi è irrilevante. Già 1 sarebbe troppo. Ma se sei curioso fai anche tu il test per scoprire quanti schiavi lavorano per te: http://slaveryfootprint.org/