Sindaci, piccioni, TSO e antispecismo



In questi giorni il comune di Riomaggiore ha deciso di risolvere il problema piccioni dichiarando guerra a chi li sfama. Dichiarare guerra non è una locuzione esagerata visto che oltre ad un inasprimento delle pene la sindaca sta valutando l’ipotesi di usare il TSO per chi dà da mangiare ai pennuti. Dal quotidiano La Nazione leggiamo:

“Da qui l’idea di fare controlli finalizzati. «Con Asl e carabinieri – aggiunge infatti il sindaco – ci siamo persino spinti nelle abitazioni di coloro che riteniamo ‘donatori’ abituali di cibo ai piccioni. Ci sono state segnalate persone che non solo danno cibo ai volatili ma persino… li chiamano per nome. Ecco, abbiamo voluto capire se in alcuni di questi casi ci fossero le condizioni per un trattamento sanitario obbligatorio. Dai controlli su abitazioni e persone fin qui eseguiti non sono emersi elementi tali da poter procedere in questo senso, ma non ci arrendiamo. Siamo pronti a tutto pur di allontanare questi volatili ‘disturbatori’ dal nostro territorio»”.

Da questa notizia la risposta principale da parte dell’ambiente antispecista è stata quella della protesta focalizzata sui piccioni e sulla possibilità di poter dare loro da mangiare, non sulla misura drastica del TSO paventata dalla sindaca.
Per questo motivo, da antispecista, pubblico questa specie di lettera aperta su questo specifico argomento con cui mi trovi pienamente d’accordo.

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da CriticaRadicale

Lettera aperta ai piccioni e a chi pensa di fare lotta per la liberazione.

Da questa ”sorgente” che chiamo ”Critica radicale”, scrivo a coloro che consideravo fino a ieri miei fratelli nella lotta per la liberazione.
Oggi, con questa breve lettera, dichiaro tristemente un orribile dietro front in questo senso. Devo dissociarmi dagli antispecisti che, in ogni post, urlano contro chiunque non abbia compreso i cardini dell’antispecismo, e augurano il tso a chi non si adegua al ‘’conformismo antispecista’’ necessario alla lotta e danno del ”pazzo” a chi ”non capisce”.

Premesso che la ”libertà” debba passare ovviamente prima dal pensiero e dalla coscienza di ognuno, serve dunque creare ”pensiero e coscienza libertari”, e la coscienza e il pensiero passano attraverso il linguaggio. Se leggo continuamente sulle pagine e sui profili che si ergono a emblemi della lotta antispecista locuzioni come ”sei pazzo” o ” a questo ci vorrebbe un tso”…bhè scusatemi, ma di libertario, qui non si sta creando proprio nulla.

Se per voi è lecita l’esistenza anche di una sola sbarra, su questo pianeta, allora non siete antispecisti, oppure, mettiamola così, io non voglio essere antispecista come voi.

La malattia mentale è un paradigma infondato, una ”struttura culturale” creata da lobbies di accademici, che hanno fornito alle istituzioni, a cavallo tra 700 e 800, lo strumento silenzioso del controllo sociale coatto. Orde di psicologi, psichiatri e assistenti sociali, hanno il pieno controllo sulle vite di tutti, e nessuno può sottrarsi a questa violenza.

La legge Basaglia, in Italia ha soltanto riformato le strutture carcerarie che erano i manicomi, rendendole però, di fatto, ancora più impenetrabili agli occhi dell’opinione pubblica e ancora più in ombra. Non è migliorato nulla da allora, anche perché pratiche barbare come l’elettroshock, che non ha alcun fondamento scientifico o la contenzione fisica, vengono ancora quotidianamente usate, la lobotomia è stata sostituita dalla medicalizzazione con psicofarmaci che ti lasciano vegetale ma che di certo non risolvono eventuali conflitti interiori. 
Illustri psichiatri hanno dedicato le loro esistenze a lottare contro la violenza e gli orrori e gli abusi della psichiatria stessa, liberando, cella dopo cella i medicalizzati, spendendosi per diffondere l’aberrazione dietro la violenza psichiatrica, pseudodottrina senza nemmeno alcun conforto scientifico a supporto, giungendo alla conclusione che la malattia mentale, per come comunemente percepita dall’opinione pubblica, è solo l’urlo disperato di chi vorrebbe essere compreso, ascoltato e accettato, o l’urlo di chi esprime in modo che nono riusciamo ancora a comprendere, il suo disagio, il suo dolore. 
La psichiatria è il giudizio arbitrario su dei comportamenti, nulla di più, non c’è base scientifica o biologica che possa asserire che un comportamento, un’attitudine, un’abitudine, una capacità sia malattia. Tutto questo è un impianto che da un potere inimmaginabile, fluido e socialmente accettato e silenzioso ad un circolo di pseudotitolati. Quanto c’è di più lontano dalla lotta per la liberazione di questa concessione?

Immaginate di essere un sinestetico nel 700. Sareste con la testa legata e il cranio scoperchiato in un sotterraneo di Parigi, con gente che vi martella il cervello. Senza anestesie. Oggi i sinestetici sono persone che suscitano stupore, interesse, ammirazione…Come? Erano malati allora e ora non più? 
No, Semplicemente non c’è mai stata nessuna base scientifica per siglare con certezza la linea di confine tra ” NORMALE E NON NORMALE” e se voi accettate l’esistenza arbitraria di questa linea, vi do un consiglio…attenzione, è un attimo finire dal lato sbagliato…

Con questo non si sta ovviamente dicendo che la cosiddetta “malattia mentale” in senso psichiatrico vada semplicemente ignorata e che non si riconoscano le difficoltà che questa rechi ai cosiddetti “malati mentali” e alle loro famiglie, anzi, si dovrebbe cercare di affrontare la questione alla radice facendo in modo che a priori non nascano negli individui disturbi incompatibili con il vivere e sentire comune. Questo si può ottenere soltanto modificando la struttura sociale su cui si basa la nostra esistenza oltre che vivendo una vera socialità, stando vicini e ascoltando le persone, facendole esprimere non reprimendole in recinti culturali o di costume. Di certo non si risolve il problema consegnando a qualcuno il potere di decidere arbitrariamente quale sia un comportamento sano, quale non lo sia e, sulla base di questo, porre in essere misure violente e coercitive.

Oggi è considerato normale vestirsi di jeans, domani potreste capitare nel mezzo di una ronda che porta via in reparti psichiatrici chiunque indossi i jeans…

La lotta per la liberazione, da antispecisti, deve essere TOTALE, senza riserve. 
Dare del ‘’matto’’ a qualcuno è violenza, (pensateci un attimo, basta dire ‘’matto’’, ‘’pazzo’’ ‘’fuori di testa’’ per togliere automaticamente credito a quell’essere umano, in qualunque contesto lo diciate, più o meno seriamente lo diciate, funziona sempre), augurare un tso a qualcuno è violenza. 
Strano doverlo spiegare proprio ad antispecisti, che da tutti vengono disinnescati proprio con il termine ‘’pazzi estremisti’’.

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio è una gabbia, crudele, beffarda, atroce per chi lo subisce.

Deciso arbitrariamente da perfetti sconosciuti, sulla base del nulla, spesso colpisce a caso, spesso uccide, sempre lascia vittime vegetali a vita.

Quanti Mastrogiovanni serviranno ancora, quanti Andrea Soldi serviranno ancora, quanti Giuseppe Casu serviranno ancora, quanti Massimiliano Malzone serviranno ancora, quanti Mauro Guerra ci vorranno, quanti MORTI vi devono cadere sui piedi per capire la violenza di una delle violazioni più istituzionalizzate dei diritti umani mai concepite?

Il TSO è tortura, più ti dimeni e più sei ”malato”, più ti ammansisci, più sei malato, non se ne esce.
Il TSO viene avallato sulla base di semplicissime ‘’segnalazioni’’ di operatori sociali ai sindaci, che siglano un foglio, una firma su un foglio, un modulo… senza sapere NIENTE di ciò che accade a quell’individuo, NIENTE! Eppure, siglano la sua condanna ‘’a vita’’ (nella migliore delle ipotesi).

<<A volte vengono negate le visite all’interno del reparto e viene impedito di comunicare con l’esterno a chi è ricoverato nonostante la legge 180 preveda che chi è sottoposto a TSO “ha diritto di comunicare con chi ritenga opportuno”.

Il TSO è usato, presso i CIM o i Centri Diurni, anche come strumento di ricatto quando la persona chiede di interrompere il trattamento o sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l’obbligo di cura non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma nell’impossibilità effettiva di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero coatto cui ci si avvale alla stregua di strumento di oppressione e punizione.>> (L’Espresso)

La violenza di un atto del genere sta nel fatto che ad esempio, circola in rete la notizia di una sindaca che farebbe il tso a chiunque dia da mangiare ai piccioni. Vi rendete conto dell’aberrazione di tale minaccia alla popolazione?

Invece di insorgere contro tale abominino, leggo antispecisti incazzarsi SOLO perché non si possono sfamare i piccioni. No, il problema è alla radice!

Finché per voi sarà normale l’esistenza di qualcuno che ha il potere istituzionale di farvi venire a prendere con un’ambulanza, per qualunque motivo, di farvi legare, portare via, senza essere obbligati ad avvisare NESSUNO dei vostri parenti, di chiudervi in una cella di un reparto psichiatrico, di iniettarvi dio sa solo cosa in vena, di tenervi lì a tempo INDETERMINATO, allora come fate a battervi contro qualcuno che ha lo stesso diritto di compiere le stesse brutalità sugli animali? Se non riconoscerete che il primo è un problema, esisterà sempre anche il secondo, e cioè animali ingabbiati, animali seviziati, animali scuoiati, usati, bolliti, bruciati, crocifissi, stuprati, in definitiva, dominati a causa della loro PRESUNTA DIVERSITA’.

Finché permetteremo che la mostruosità del potere non sia palese sotto TUTTI i suoi ASPETTI, e non solo quelli legati agli animali non umani, finché non cambieremo noi, con allenamento quotidiano, il nostro modo di intendere la LIBERTA’, finché non saremo noi stessi i garanti della libertà di ognuno di esprimersi e di essere ciò che è, finché non riusciremo ad immaginare la libertà davvero per ogni vivente del pianeta, tutte le lotte fatte saranno perdute in partenza…

Non puoi dirti antispecista se auguri la prigionia a qualcuno. No.

<< Se un neurologo con apposite indagini e strumenti ed esami stabilisce le diagnosi di tumore cerebrale questo è un giudizio di fatto, dunque è una constatazione scientifica. Invece se uno psichiatra afferma che una donna che ha molti rapporti sessuali è una ninfomane questo è un giudizio di valore, dunque non ha nulla di scientifico. Comunque anche al di fuori del campo ristretto della psichiatria tutta la psicologia contemporanea che può soltanto tentare interpretazioni ipotetiche sul comportamento dell’uomo è viziata dal pregiudizio sociale della distinzione tra normale e anormale. […]

Il potere pratico della parola di uno psichiatra è paragonabile soltanto a quello di un giudice. Superiore direi, perché il giudice in qualche modo è solo uno degli attori in un processo a più voci. Invece il giudizio di uno psichiatra può condannare un uomo direttamente alla segregazione senza bisogno di processi.>> G. Antonucci, Psichiatra.

Vi invito a documentarvi sull’antipsichiatria se non ne sapete nulla, e mi metto a disposizione per fornirvi TUTTO il materiale che ho a tale scopo e nel frattempo, a malincuore, mi dissocio da ogni sedicente antispecista che però pensa ancora che la malattia mentale esista e che quindi, sia lecito pensare ad esseri umani di serie A e di serie Z.