il senso di vuoto…? non proprio.
di inutilità forse.
la sensazione di esser piombati in casa di qualcuno, senza una ben
precisa ragione… aver pranzato e cenato cordialmente, giocato,
riso… ma sempre con quello smarrimento addosso, quel sentirsi ospiti,
con la paura d’offendere, rompere un soprammobile, recarsi in stanze
vietate.
ma non era male in fondo… forse solo perchè quel sentirsi scomodi in
qualche modo sembrava lasciare spazio a un lento ma dolce ambientamento.
ma no… su questo ha prevalso l’alienazione, come un gioco di
qualcuno, che non ci fa essere come vorremmo, come potremmo benissimo
essere… no. ci fa fraintendere e ci toglie quel minimo di vitalità,
fede e abbandono che servono sempre e comunque se si ha voglia di
rischiare qualcosa.
non hai tempo di voltarti, guardare la casa, che già sei fuori dal
cancello del giardino, e ti raccontano la storia come al telegiornale,
ti dicono cos’hai fatto e perchè, ma non è vero! non puo esserlo!
allora cosa rimane?…
qualche sensazione, qualche didascalia a fianco di poche foto che
nemmeno riesco a vedere bene. foto di riti cordiali, come feste già
consumate, di brevi momenti di solitudine bagnati di pensieri che ti
fanno tacere ancora di più… e l’ultima, la più ironica, quella della
tua faccia mentre te ne vai, con un’espressione tra il sorpreso,
l’indifferente e l’ingannato.
di inutilità forse.
la sensazione di esser piombati in casa di qualcuno, senza una ben
precisa ragione… aver pranzato e cenato cordialmente, giocato,
riso… ma sempre con quello smarrimento addosso, quel sentirsi ospiti,
con la paura d’offendere, rompere un soprammobile, recarsi in stanze
vietate.
ma non era male in fondo… forse solo perchè quel sentirsi scomodi in
qualche modo sembrava lasciare spazio a un lento ma dolce ambientamento.
ma no… su questo ha prevalso l’alienazione, come un gioco di
qualcuno, che non ci fa essere come vorremmo, come potremmo benissimo
essere… no. ci fa fraintendere e ci toglie quel minimo di vitalità,
fede e abbandono che servono sempre e comunque se si ha voglia di
rischiare qualcosa.
non hai tempo di voltarti, guardare la casa, che già sei fuori dal
cancello del giardino, e ti raccontano la storia come al telegiornale,
ti dicono cos’hai fatto e perchè, ma non è vero! non puo esserlo!
allora cosa rimane?…
qualche sensazione, qualche didascalia a fianco di poche foto che
nemmeno riesco a vedere bene. foto di riti cordiali, come feste già
consumate, di brevi momenti di solitudine bagnati di pensieri che ti
fanno tacere ancora di più… e l’ultima, la più ironica, quella della
tua faccia mentre te ne vai, con un’espressione tra il sorpreso,
l’indifferente e l’ingannato.
chi puo dire quanto avremmo potuto essere diversi in fondo?
e perchè non lo siamo stati?
perchè ci facciamo ammazzare sempre così facilmente?
non ho + voglia…
rimane solo il silenzio… il mio.