Questa domenica i cattolici festeggiano la Pasqua.
Nel corso dei secoli le varie religioni sono state contaminate dalla società moderna, fortunatamente aggiungerei io, visto che le tre principali religioni mondiali monoteiste, vale a dire Islam, Ebraismo e Cristianesimo si basano su un testo comune (il vecchio testamento) che, se applicato alla lettera, ci strapperebbe via in un istante tutte le conquiste sociali avvenute in millenni di storia, trasformandoci di nuovo in persone violente, lapidatori, stupratori e vendicatori. Non che la società di oggi sia perfetta e libera dalle violenze, ma questo è un altro paio di maniche.
Dall’epoca in cui il Dio cristiano era sulla terra ai tempi di Mosè, secondo la Bibbia, alcune liturgie si sono tramandate nel corso dei secoli, anche se appunto subendo una “contaminazione”. Alcune di queste contaminazioni però hanno tutta l’aria di essere dei veli posti su certe questioni appositamente per nascondere le loro vere origini che oggi, nella società moderna e civile, non permetterebbe loro di essere facilmente “digerite” e potrebbe portare a porsi domande molto scomode. Come si sa le domande sono l’acerrimo nemico di ogni religione, così come il senso critico e il libero pensiero.
Tornando alla Pasqua, vorrei quindi ricordare un po’ a tutti quelli che festeggiano, senza sapere cosa esattamente stanno festeggiando, da dove nasca questa liturgia.
Siamo nell’antico testamento, prima dell’esodo degli israeliti dall’Egitto, ancora prigionieri in quel paese.
Il Dio cristiano promette al profeta Mosè che avrebbe aiutato il suo popolo a liberarsi e fuggire dall’Egitto verso la terra promessa.
Dio mantiene la parola e indica a Mosè ed Aronne come il popolo verrà salvato. Riporto letteralmente dalla Bibbia:
19 Per sette giorni non si trovi lievito nelle vostre case; perché chiunque mangerà qualcosa di lievitato, quel tale sarà reciso dalla radunanza d’Israele: sia egli forestiero o nativo del paese. 20 Non mangiate nulla di lievitato; in tutte le vostre dimore mangiate pani azzimi”. 21 Mosè dunque chiamò tutti gli anziani d’Israele, e disse loro: “Sceglietevi e prendetevi degli agnelli per le vostre famiglie, e immolate la Pasqua. 22 E prendete un mazzetto d’issopo, intingetelo nel sangue che sarà nel bacino, e spruzzate di quel sangue che sarà nel bacino, l’architrave e i due stipiti delle porte; e nessuno di voi varchi la porta di casa sua, fino al mattino. 23 Poiché l’Eterno passerà per colpire gli Egiziani; e quando vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti, l’Eterno passera oltre la porta, e non permetterà al distruttore d’entrare nelle vostre case per colpirvi. 24 Osservate dunque questo come una istituzione perpetua per voi e per i vostri figliuoli. 25 E quando sarete entrati nel paese che l’Eterno vi darà, come ha promesso, osservate questo rito; 26 e quando i vostri figliuoli vi diranno: Che significa per voi questo rito? 27 risponderete: Questo è il sacrifizio della Pasqua in onore dell’Eterno il quale passò oltre le case dei figliuoli d’Israele in Egitto, quando colpì gli Egiziani e salvò le nostre case”. 28 E il popolo s’inchinò e adorò. E i figliuoli d’Israele andarono, e fecero così; fecero come l’Eterno aveva ordinato a Mosè e ad Aaronne. 29 E avvenne che, alla mezzanotte, l’Eterno colpì tutti i primogeniti nel paese di Egitto, dal primogenito di Faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato ch’era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame. 30 E Faraone si alzò di notte: egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un gran grido in Egitto, perché non c’era casa dove non fosse un morto.
Questo passo fa parte di Esodo 12, 1-50, per chiunque volesse leggerlo per intero.
In soldoni: Dio chiede a Mosè di segnare le porte degli Israeliti, in modo che sappia quali case non colpire, mentre nelle altre, presumibilmente degli Egiziani, ucciderà i primogeniti. L’agnello che ancora oggi viene portato in tavola (sacrificato) deriva proprio dall’usanza di sacrificare l’animale descritta in questo passaggio.
Vediamo quindi chiaramente che l’evento legato alla Pasqua narra di uno sterminio spietato allo scopo di salvare una ristretta cerchia di persone “scelte”. Questa violenza perpetrata ha anche un carattere sadico ed esagerato poiché, allo scopo di salvare gli Israeliti, non si vede un motivo pratico nell’uccidere “i primogeniti”, scelta che inevitabilmente comprende il massacro anche di figli di persone innocenti, neonati (persino di animali) che non avevano nulla a che fare con la presunta schiavitù Israelita e che comunque di certo non erano un impedimento alla liberazione del popolo Ebraico.
Tralasciando la crudeltà ingiustificata e ingiustificabile, dobbiamo considerare anche il fatto che, per la fede Cristiana, Dio è un essere onnipotente e quindi capace di fare qualsiasi cosa. Non si spiega dunque perché scegliere uno sterminio simile quando nelle sue possibilità c’era qualsiasi altra azione, a meno che non si ammetta che tale violenza sterminatrice sia stata una sua precisa scelta. Senza contare il dover spiegare perché un Dio onnipotente e onnisciente abbia bisogno di simboli per capire quale casa colpire e quale no.
Altra cosa curiosa che possiamo notare in questo evento è la peculiare matrice esoterica della liturgia. Se un passo simile fosse descritto in un libro di magia nera o persino un testo di rituali satanici, questo non stupirebbe. Il creare marchi e linee col sangue per impedire l’accesso ad un’entità malvagia (il “distruttore” o l’”eterno” stesso in questo caso) è una procedura conosciutissima e largamente condivisa in questo tipo di pratiche magiche ed esoteriche. Qualora la storia bibilica fosse vera (tralasciando il fatto che non ci sono prove extrabibliche della schiavitù Israelita in Egitto, anzi molte scoperte indicherebbero l’assenza di schiavi in Egitto, tantomeno Ebrei), viene da chiedersi di che natura fosse questa entità che aiutò il popolo ebraico.
Al di là di questo, scavando nella storia di questa liturgia, come quasi sempre accade indagando sulle origini di ciò che è considerato sacro, si scopre che le radici affondano in rituali pagani legati alle stagioni.
Infatti anticamente la festa di Pasqua si riferiva alle tradizioni dei pastori nomadi che quando passavano dall’abitazione invernale ai pascoli, dove poi sarebbero rimasti per la primavera e l’estate, operavano un rito propiziatorio, sacrificando un agnello per invocare la fecondità del gregge e la possibilità di trovare pascoli prosperi. Il fatto che ungessero i pali della tenda e gli stipiti delle porte serviva per tenere lontani gli spiriti del male.
Trovare antichi rituali, storie, eventi, personaggi scopiazzati e rimaneggiati nella Bibbia affinché raccontassero una storia diversa o magari la stessa ma in cui sono stati cambiati alcuni personaggi o luoghi, è cosa comune, visto che stiamo parlando di testi disomogenei, anonimi, scritti in periodi lontani nel tempo tra di loro, rielaborati nel corso dei secoli, di cui non esistono gli originali e le cui molteplici traduzioni hanno modificato pesantemente il significato.
Per tutti quelli che pensano la Pasqua sia la festa per la resurrezione di Gesù, si noti che da nessuna parte nella bibbia si suggerisce una cosa simile. Gesù festeggia la Pasqua nella Bibbia, quando è ancora in vita e si tratta appunto della Pasqua Ebraica.
Riassumendo, quindi, quello che oggi molti festeggiano come Pasqua è probabilmente un vecchio rito propiziatorio tribale di pastori nomadi mediorientali, legato alle stagioni. Si fa notare che altrimenti avrebbe poco senso il cadere della festa secondo un calendario lunare (legato quindi a dei cicli naturali non ad eventi storici), stessa cosa, ad esempio, che si può notare per il Natale che cade, guarda caso, il giorno in cui i pagani festeggiavano il solstizio d’inverno. Gli esempi potrebbero continuare a lungo.
Queste “feste”, come la Pasqua, sono state quindi riprese nei testi biblici, modificate da coloro che volevano instaurare una religione monoteista, di solito per scopi di controllo sociale, e per questo dovevano sostituire i riti pagani legati alla natura, con quelli liturgici in favore di un Dio unico, senza modificarli troppo, in modo che il cambiamento non fosse radicale e più facilmente accettabile dalla popolazione, tecnica largamente usata nella storia ogni qualvolta un élite politica o temporale ha voluto imporre un cambiamento religioso sul proprio territorio. Quando questo non riusciva, si ricorreva alla spada.
Personalmente trovo triste e assurdo che ancora oggi siamo soggetti a queste manipolazioni e non abbiamo l’interesse né la volontà di informarci e trovare le radici delle azioni che compiamo. Scommetto che se tutti fossero coscienti di questo, difficilmente festeggerebbero la Pasqua, e sicuramente non lo farebbero con lo stesso spirito.
La consapevolezza è una delle poche cose che può salvarci dall’essere strumenti di volontà altrui, nelle piccole e grandi cose. Ma se neanche partiamo dalle piccole…