Ad ogni elezione, i risultati ci vengono mostrati in percentuale sui votanti, cioè in relazione al numero di coloro che hanno effettivamente espresso una scelta, senza contare chi ha deciso di astenersi.
I risultati percentuali ottenuti vengono fatti passare però come rappresentativi di tutto il paese: Se un partito prende il 10 %, di solito la classica frase che descrive il risultato è: “il 10% degli italiani ha votato quel partito”.
L’astensione, però, è una scelta, esattamente come il voto.
Certo, non tutte le astensioni sono da considerarsi “coscienti” o “consapevoli”: sicuramente ci sarà chi non ha votato per dimenticanza, noncuranza o altro.
Questa argomentazione però può essere applicata a coloro che hanno votato, perché quanti, tra quelli che hanno posto la loro X sul foglio, erano davvero consapevoli di quello che stavano votando? Quanti conoscevano il programma del partito scelto? Quanti erano coscienti di tutto quello che quel partito sostiene, vuole ottenere, ha ottenuto, ecc.? Quanti hanno votato un partito per ignoranza, convenienza, compiacenza?
Eppure nessuno si pone questo problema quando vengono snocciolate le percentuali. I risultati dei voti sono sempre considerati sacri, intoccabili e decisivi a prescindere.
Bene, io sono convinto che allora anche l’astensione dovrebbe avere lo stesso identico peso elettorale.
Vi siete mai chiesti quali sarebbero le vere percentuali ottenute dai vari partiti, se queste fossero calcolate sull’intero numero degli aventi diritto al voto, piuttosto che sui soli votanti? Vi aiuto io paragonando lo screenshot dei risultati elettorali delle europee 2014 con un’immagine creata da me che fornisce i dati reali considerando anche coloro che si sono astenuti.
risultati “classici”
risultati “reali”
raffronto risultati
Come vedete, nei risultati “classici” abbiamo il famoso 41% del PD con cui Renzi si gonfia il petto e lo proclama saldo portavoce dell’Italia e degli Italiani.
Mentre nei risultati che mi permetto di chiamare “reali”, contando anche gli astenuti, il PD, primo partito in Italia, strappa un misero 22,68%.
La vera forza che fa da padrone in questi risultati è proprio l’astensione che rappresenta quasi il doppio degli Italiani rappresentati dal primo partito.
Questo è ovviamente un risultato che non si vuole mostrare con troppa disinvoltura al popolo perché è rappresentativo, per loro, di un fallimento politico generale e dimostrerebbe che la cosiddetta “maggioranza” in realtà non rappresenta affato la maggioranza degli italiani.
Per me, invece, è un risultato molto positivo perché rappresenta la sfiducia che finalmente l’Italiano ha maturato nei confronti delle istituzioni e che spero porterà presto ad una vera presa di coscienza che ci farà comprendere che il sistema non può essere la soluzione ai nostri problemi.