“L’essere umano grazie alla sua evoluzione tecnologica non deve più dipendere dalla natura.”
Questa è una delle frasi con cui si enfatizza e valorizza il ruolo del progresso tecnologico in quanto mezzo liberatore della condizione umana dal giogo della natura matrigna e crudele.
Però, e diavolo se c’è un però, bisognerebbe aggiungere a quella frase due piccole postille.
La prima è che quel presunto “non dipendere dalla natura” non ci ha dato libertà, ci ha dato la dipendenza dalla tecnologia. La seconda è che comunque la tecnologia, per quanto avanzata, dipenderà sempre dalla natura.
Quindi, in pratica, facendo l’esegesi di quello slogan, la realtà è che abbiamo preso le regole del gioco chiamato vita che prima erano basate su cicli e meccanismi dettati dalla natura, biologiche, autoperfezionanti, modificando le nostre caratteristiche e necessità in base ad esse, durante il corso di millenni, e le abbiamo sostituite con delle regole create da altri esseri umani, basate su crismi utilitaristici, di convenienza economica, di velocità, di produttività, adatte ai numeri, alle macchine, non agli esseri umani, che si modificano velocemente, in contrasto con l’ambiente naturale, che ci alienano, per la cui esistenza si è costretti a schiavizzare altri esseri umani e demolire il nostro habitat… e che alla fine dipendono comunque a loro volta dai meccanismi che volevano sostituire.
Un affarone!