Policomica



Questi due uomini hanno due cose in comune: sono due politici e non sono due politici.
No, non hai letto male e io non ho scritto male.
Entrambi hanno avuto una carriera politica, adesso conclusasi, ed entrambi erano in realtà “solo” dei comici.

Il primo a sinisitra è Jón Gnarr. 
Gnarr era così frustrato dai politici islandesi che nel 2010 fonda un suo partito, solo per gioco e per protesta. Lo chiama “il miglior partito”, lo rappresenta con logo ridicolo e basa la sua campagna elettorale su promesse assurde come asciugamani gratis per tutti, un orso polare e una Disneyland nel paese. Pensava che nessuno lo avrebbe preso sul serio. Ma vinse. E per 4 anni fece il sindaco della capitale dell’Islanda, Reykjavík. 
Fece un ottimo lavoro ribaltando il bilancio della città e impegnandosi in molte campagne sociali ed ecologiche. Durante il suo mandato, in occasione di un’intervista, dice che le persone sono frustrate dalla politica ed è un bene ci sia lui adesso, un comico, piuttosto che un “bastardo malvagio”. Nessun politico faceva parte del suo partito, vi erano solo attori, comici, artisti, musicisti, filmakers, ecc. che si relazionavano con esperti di fiducia nei vari settori per poi scambiarsi idee ogni settimana.

Il secondo uomo sulla destra è Tiririca (nome d’arte di Francisco Everardo Oliveira Silva) che faceva l’artista di strada e il clown in un circo in Brasile. 
Tririca si è candidato anche lui nel 2010 con slogan come “Cosa fa un deputato federale? Veramente non lo so, ma votami e te lo spiego”, “Vota Tiririca, peggio di così non può essere!” e “Se verrò eletto prometto che aiuterò le famiglie barisiliane… cominciando con la mia”. 
Vinse anche lui e fu eletto deputato federale nello Stato di San Paolo, il secondo deputato più votato nella storia di questo Stato. Fu messo sotto accusa per i suoi modi canzonatori e persino perché sospettato di essere un analfabeta. Ma ogni accusa cadde e vinse ancora con moltissimi consensi nel 2014 venendo riconfermato per altri 4 anni.

Ma entrambi gli uomini hanno chiuso con la politica.
Gnarr alla fine del 2013, ancora prima dello scadere del suo mandato nel 2014, afferma che non si sarebbe candidato di nuovo. In alcune interviste dichiara che ha smesso di essere un politico perché si è reso conto che questo lavoro non c’entra con gli ideali ma solo con l’influenza, dichiara di esserne consumato e deluso. E stiamo parlando dell’Islanda, uno dei paesi con la migliore politica nel mondo.
Tiririca l’anno scorso ha dichiarato che non si ricandiderà per il 2018, tornerà a fare il clown a tempo pieno. Le sue “dimissioni” le ha date in un discorso alla Camera dei deputati. Un discorso breve ma aspro e crudo in cui ha affermato di essere imbarazzato dai suoi colleghi che devono nascondersi quando escono in strada dalla vergogna e aggiungendo che solo 8 su 513 deputati sono assidui frequentatori della Camera, “io sono uno di questi 8 e sono un clown”. Ha continuato dicendo di essere molto arrabbiato con la politica e con il parlamento, che nessuno di loro ha vissuto la fame e la disoccupazione che c’è nel paese e che si vergogna di quello che ha visto in 7 anni in politica. Poi ha aggiunto che non avrebbe detto tutto quello che aveva visto e vissuto nel parlamento ma che sarebbe stato un ipocrita se fosse andato via senza dire nulla e senza esternare quanto fosse deluso dalla politica e dai suoi colleghi. Infine ha concluso dicendo che il parlamentare guadagna molto, ha molti privilegi e produce poco, il meccanismo della politica è vergognoso e molti commettono abuso dell’autorità.

Credo che la storia di questi due uomini rappresenti perfettamente due cose: la prima è che le persone sono talmente tanto portate all’esasperazione dal sistema politico che arrivano a ritenere accettabile qualsiasi cosa purché sia percepita come “cambiamento”; la seconda è quanto sia inutile e dannoso il sistema politico, un qualcosa che non può essere migliorato da uomini onesti, ma può soltanto riprodurre uno schema di potere burocratizzato che non potrà mai essere il luogo dove le istanze della maggioranza vengono ascoltate, sarà sempre e solo un club di privilegiati che fanno manutenzione al palco dove viene inscenata la democrazia mentre dietro le quinte si continua a montare l’impalcatura del potere.