più solitudine!



oggi è andata così. come ieri. come domani.
digitalizzazione dell’esistenza. virtualizzazione dell’abitudine. verrà fuori un giorno che anche le favole erano sogni di robot.
“più solitudine!” richiede l’artista, come farebbe una vecchietta, picchiettando con la scopa sul soffitto.
anche la solitudine è più uno stato mentale, che uno stato reale. come la libertà. ma ha dei limiti.
il quotidiano è una marea subdola che divora la costa della creatività. granello dopo granello, se ne scivola in mare, o dalla parte sbagliata della clessidra.
dove passeggerai nella pioggia poi, quando il litorale se ne sarà andato dalla tua mente? scivolato via dalle narici e dagli occhi, attraverso le lacrime salate dell’oceano che hai dentro e che bagnava rivoli d’inchiostro su pagine infinite, come ripostigli zeppi delle cose che agli umani non si possono raccontare.
non c’è peggior solitudine del non poter stare soli.