voglio soffermarmi di nuovo su uno dei tanti aspetti tragicomici della vita.
di persone che si rinchiudono in cella da sole, e poi si lamentano di non avere la libertà, nonostante tu le offri una chiave su un piatto d’argento. così funziona…
molti si lamentano, non riescono a vivere una storia come si deve… ma alla fine è giusto così. perchè proprio quelli che si lamentano, sono i primi a rifiutare di "darsi": non accettano che un’altra persona entri nella loro vita, la cambi in qualche modo, non condividono ciò che pensano, ciò che sono, per loro ogni cosa è solo una privazione di libertà e di privacy quando invece condividere è la base di un vero rapporto.
questa forma di egoismo io proprio non la capisco… questo barricare la propria vita per difenderla, barricare se stessi e poi lamentarsi d’essere chiusi fra 4 mura.
è tutto così stridente… quando mi voglio avvicinare ad una persona, è normale che cerchi di condividere più cose di me possibile, voglio mettermi in gioco, non ho paura di cambiare, conoscere, far esistere quella persona dentro di me. non capirò mai chi mette subito dei paletti, chi nasconde, copre, difende la propria vita come se davanti avesse un nemico. non capisco… non capisco se è egoismo o paura… in ogni caso è molto triste.
stranamente non sento molto la pressione per martedì ora come ora… penso più a qualche ricordo, a persone che non vedo da un pezzo, alle troppe sigarette e a situazioni del cazzo…
baratterei volentieri questo stato d’animo con quello che avrò lunedì sera… ancora un altro passo, pesante, verso non si sa cosa, un passo che mi ferma, non mi fa vivere, come non vivo ormai da mesi…
alla fine capisco che non è tutto come un mare nel quale cerco di non sprofondare: ma l’acqua sono io, e devo cercare di galleggiare su me stesso.