Ieri nella città in cui vivo non è successo niente a nessuno.
Ieri nella città in cui vivo un essere umano in difficoltà è stato preso a calci.
Entrambe le frasi sono paradossalmente vere. A renderle vere è il contesto disumanizzato in cui viviamo.
Ieri, per davvero, qualcuno è stato preso a calci, ma quel qualcuno è un emarginato, un povero, un clochard. Per questo lui è nessuno e quindi non è successo niente.
Che non sia successo niente lo dimostra un video che, sì, immortala un uomo che ne colpisce un altro inerme, già barcollante, indifeso; ma immortala anche una città immobile davanti a questo gesto, persone che osservano senza intervenire, senza prendere posizione, appunto, come nulla fosse accaduto.
Direi che questo è un perfetto quadretto di come gli orrori si possano compiere: è la maggioranza li lascia accadere con indifferenza. Ma non c’è modo di essere davvero indifferenti: l’indifferenza non è una non partecipazione, è in realtà una posizione netta, attiva e partecipativa a favore dell’oppressione, della malvagità, del dolore.
Comprendo l’appello a far sì che chi ha visto parli, affinché si possa trovare il colpevole, ma non lo condivido: non c’è un colpevole. Lo siamo tutti. E colpevole è tutto il sistema che difendiamo con ogni nostra singola azione quotidiana. Il giustizialismo e le punizioni del singolo non ripareranno quello che siamo diventati.
Qui trovate il video: https://goo.gl/adqEeJ
Incollo integralmente qui sotto l’appello del fratello di Umberto, la persona aggredita, perché stimoli un po’ di riflessioni sulle persone che sono ai margini di questa follia chiamata civiltà.
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Umberto è un essere umano. Un essere umano con varie problematiche, è portatore di handicap ed a neppure un anno di età gli è stata diagnosticata una malattia genetica con il nome di sindrome di Aatskog che ha causato oltre a leggere deformità fisiche anche ritardi nello sviluppo e ritardo mentale degenerativo. Questa patologia, fin da piccolo, ha causato una crescita particolarmente difficile e quei ritardi lo hanno reso permanentemente inadeguato alle sue aspettative ed a quelle dei familiari e dei suoi compagni, il ritardo mentale è stata causa di emarginazione che nella “maturità” ha assunto un connotato particolarmente severo.
Umberto è un bambino di 10-12 anni nel corpo di un uomo di quasi 40 anni.
Negli anni si è aggiunta la tossicodipendenza e alcolismo che non hanno sicuramente giovato al suo benessere fisico e mentale.
Umberto è anche mio fratello ma potrebbe essere il vostro o il vostro figlio. La comunità carrarese lo ha accolto in qualche maniera provando ad accoglierlo nella maniera che ha potuto ed è per questo che la ringrazio sentitamente.
Lo spiacevole e disprezzabile fatto accaduto martedì 12 febbraio 2019 in Via Roma a Carrara porta un dolore immenso per il modo in cui è avvenuto. Colpito alle spalle da un calcio da un signore che abita in quella via e che dava a lui fastidio il fatto che Umberto chiedesse qualche spicciolo davanti il suo portone.
Qualcun* ha girato anche un video dell’orrendo fatto mettendolo in rete, facendosi cosi Testimone reale dell’accaduto.
Faccio un appello a chi ha girato il video a presentarsi come testimone ed anche a chi era presente e che sia disposto a rilasciare la propria testimonianza e di rivolgersi ai carabinieri di Carrara oppure all’avvocato Riccardo Martini dello studio Firomini di Massa.
Umberto ha bisogno di aiuto non di violenza gratuita e vile!