ci vuole coraggio ad andare a letto. mi sento intrappolato, sommerso, da fiumi di parole inutili, che fanno scintillare l’ammiccante silenzio, dai giochi d’amicizia, dalle situazioni da fuggire altrimenti si potrebbe creare qualcosa di positivo, dai "vaffanculo" scherzosi e disponibilità sorridenti, attraenti…
mi vien voglia di non ascoltare, non parlare, non esserci… e lo faccio spesso. ma non fa molta differenza.
sento anche di avere i minuti contati in qualche modo… ma devo attendere comunque, chissà per quanto e chissà per cosa sopratutto.
lo so di non avere la macchina del tempo, che rivedersi, rincontrarsi, dentro e fuori, non vuol dire far scorrere l’orologio indietro, e questo è un bene per molti aspetti… per altri decisamente no.
quando smetterò di cercare vorrà dire che avrò conquistato un briciolo di felicità, se così vogliamo chiamare quella sensazione fugace di benessere che deriva da tante cose, prima fra tutte la mancanza di guai, la soddisfazione, la tranquillità, il sentirsi apprezzati e l’essere parte di qualcosa.
che cazzata…