incorro sempre nel maledetto gioco di immaginarmi fare, dire qualcosa… o anche nulla… solo vedermi.
maledetto perchè non riesco ad immaginarmi che vestito di nero, con la sigaretta in bocca, sovraccarico di pensieri in testa e lo sguardo perso dove non c’è nulla da guardare.
maledetto non perchè non voglio immaginarmi così, è la cruda realtà d’altronde, maledetto perchè nemmeno per gioco riesco ad essere diverso.
ci provano tutti a dirti chi sei… alcuni addirittura ti ci portano o ti obbligano…
o magari ti fanno un complimento, dicono che gli piaci per un qualcosa che vedono in te… e dopo 5 minuti si lamentano di una conseguenza diretta di quel qualcosa che tanto gli piaceva.
e mi sento impotente… incatenato a tante cose che, mi rendo conto, mi fanno solo male.
non mi sforzo nemmeno di liberarmi, perchè ne ho bisogno e non riesco, di nuovo, ad immaginare di vivere senza.
io c’ero… anche quando non ricordo… c’ero lo stesso: le sento le cose, non occorre ricordarle.
lo sento ancora il maledetto smarrimento della prima volta, le risate così strane e imprevedibili, gli effetti fisici non trascurabili e quella sensazione di immortalità… maledetto perchè ingannevole… tutto ti consuma… tutto.
persino il trovarmi coraggioso e spavaldo, conoscere, unirsi… maledetto incamminarsi da perfetti sconosciuti e tornare mano nella mano, nel silenzio che tutto vuol dire fuorchè silenzio… maledetto perchè hai significato tutto e non hai significato nulla…
un po’ come la vita tutta… piena zeppa di significati senza senso.