Lo ha detto la scienza – PODCAST n.27



https://youtu.be/_uuLYv5NFlM

Salve a tutti, oggi parliamo di UFO. No in realtà non è di questo che voglio parlare ma mi serve un evento legato a questo fenomeno per fare un discorso più generale.

Nel 1968 negli USA il dibattito sugli UFO venne aperto di nuovo a livello pubblico e politico a seguito di molti avvistamenti avvenuti in Michigan qualche anno prima. Normalmente questi avvistamenti venivano dimenticati in pochi giorni ma in questo caso i principali testimoni erano ufficiali di polizia e le loro storie erano avallate da più di 100 testimoni differenti. Le forze armate inviarono Allen Hynek per esaminare le prove, un nome che suonerà molto familiare a chi si interessa dell’argomento.
Hynek ridicolizzò gli avvistamenti dando alcune spiegazioni agli eventi in netto contrasto con quello che davvero avevano visto i testimoni, spiegazioni talmente risibili che ci fu una protesta dell’opinione pubblica molto importante che coinvolse anche la stampa. Il futuro presidente Ford, all’epoca membro del congresso del Michigan, intervenne e chiese udienze pubbliche al Comitato Servizi Armati sulla questione UFO. Tra i testimoni ascoltati in quelle udienze ci fu anche l’ex Maggiore dei Marines Donald Edward Keyhoe che affermò che questi avvistamenti riguardavano ben altro che fuochi fatui (cioè una delle spiegazioni fornite da Hynek), aggiungendo anche che non voleva accusare nessuno delle forze armate o dei progetti di indagine sugli UFO perché loro eseguono solo degli ordini ovvero liquidare gli avvistamenti il prima possibile soprattutto se diventano di pubblico dominio e lo scopo è quello di negare che gli UFO esistano realmente.
Sotto queste pressioni le indagini non potevano, come al solito, essere liquidate nel giro di qualche giorno, perciò la questione fu affidata a una università che ci lavorò per 18 mesi e prese in esame molti avvistamenti, non solo quelli avvenuti in Michigan ma per una questione di obiettività venne scelta un’università di un altro stato: quella del Colorado che riunì 11 scienziati con lo scopo di analizzare i dati degli avvistamenti e rendere pubblici i loro risultati.
Purtroppo però la rivista Look pubblicò un articolo che dimostrava che quella ricerca aveva già un finale pianificato: prima di tutto il capo ricerca Edwuard Condon si dimostrò prevenuto sin dall’inizio dichiarando che non c’era nulla da scoprire ma che comunque non poteva dirlo prima di un anno (come se sapesse già i risultati ma dovesse comunque far finta di averci lavorato su, un atteggiamento tutt’altro che scientifico), e ancora più importante l’articolo metteva in luce il licenziamento di due scienziati che avevano fatto trapelare un memorandum interno di uno dei manager del progetto. Il memorandum faceva intuire quali sarebbero state le conclusioni delle ricerche prima ancora che queste cominciassero e consigliava come far credere agli occhi dell’opinione pubblica che quella sarebbe stata una ricerca oggettiva anche se l’aspettativa di trovare prove era zero.
Dopo questa notizia ci furono pressioni politiche perché la ricerca venisse tolta dalle mani di Condon e dell’Università del Colorado, ma furono ignorate.

Libero di agire alla fine delle “ricerche” Condon diede in pasto alla stampa un suo rapporto che doveva essere una sintesi di tutto il lavoro di ricerca svolto dagli scienziati e che in soldoni diceva che nei dati raccolti in tutti quegli avvistamenti non c’era nulla di interessante per la scienza. Quindi niente di strano, di inspiegabile, nulla su cui indagare ulteriormente. Questa fu l‘ennesima pietra tombale della scienza sulla questione UFO.
Ma quella data alla stampa da Condon non era una sintesi fedele ai risultati della ricerca.
30 anni dopo, il dott Peter Sturrock, astrofisico della Stanford University ha riesaminato alcuni casi analizzati nella ricerca della Colorado ma mai menzionati nella relazione di Condon. L’astrofisico ha trovato un sacco di casi molto interessanti che addirittura gli stessi scienziati che ci avevano lavorato sopra avevano catalogato come inspiegabili. Per fare qualche esempio, l’analisi di un caso diceva testualmente che “non si possono escludere ma la probabilità che questo fenomeno sia dovuto a cause naturali o convenzionali sono scarse mentre è piuttosto alta la probabilità della presenza di almeno un autentico UFO”. La sintesi di un altro caso diceva “Questo rimarrà uno dei più sbalorditivi avvistamenti radar mai documentati sul quale al momento non è possibile trarre conclusioni”. Il rapporto su un altro caso in cui erano allegate anche fotografie di un oggetto discoidale diceva “Questo è uno dei pochi rapporti UFO in cui tutti i fattori oggetto di indagine (geometrici, psicologici e fisici) appaiono coerenti con le affermazioni di due testimoni che videro uno straordinario oggetto volante, argenteo, metallico, a forma di disco, del diametro di una decina di metri ed evidentemente artificiale”.
Questi avvistamenti però non figuravano nella relazione di Condon data alla stampa.
Quindi gli scienziati condussero in effetti delle ricerche obiettive così come ordinato dal Congresso, ma il capo del progetto ignorò i dati emersi fornendo una sintesi falsata di quella ricerca, ma la stampa e l’opinione pubblica, così come la comunità scientifica hanno sempre usato quella sintesi come una delle tante spiegazioni ufficiali e scientifiche al fenomeno UFO. Ancora oggi molti fanno riferimento a quel report per negare ulteriori studi seri su casi di avvistamento nonostante in verità più del 20% di quei casi risulta di fatto inspiegabile e alcuni dimostrano più plausibile l’ipotesi UFO piuttosto che eventi di tipo convenzionale o naturale. Insomma tutto fuorché qualcosa che non è interessante per la scienza. Per lo meno dovrebbe.

Allora tutta questa storia per dire cosa? Non certo che gli UFO esistono, non mi interessa questo argomento adesso, mi interessa dimostrare per l’ennesima volta come delle ricerche scientifiche possano essere semplicemente manipolate e anche dopo che queste sono state scoperte essere non attendibili, continuano ad essere credute tali.
Spesso la scienza è vista come un faro oggettivo e superpartes che può dipanare qualsiasi controversia. E’ semplicemente falso. Se ci si riferisce al metodo scientifico, ovvero “osservo e deduco, formulo una spiegazione a quello che vedo e se trovo un dato che mette in crisi quella spiegazione torno ad osservare e dedurre” questo è semplicemente buonsenso. Ma la scienza è un apparato che non si distacca da tutto quello che infanga e mette in crisi l’efficacia e la trasparenza di qualsiasi altro apparato. Sto parlando ovviamente di conflitto di interessi, di egoismo, di corruzione, di incompetenza, errori, di ricatti, di gerarchie, di poteri. Non esiste alcuna istituzione che può essere per definizione scevra da questi elementi. Non è un caso che nella storia dell’umanità grazie alla scienza o in nome della stessa si siano credute vere delle assurdità e perseguiti errori ed orrori, la storia è piena di questi avvenimenti. Ad aggravare la situazione c’è poi la percezione popolare secondo cui esisterebbe la cosiddetta “prova scientifica” che mette la parola fine alle discussioni. Nessuno scienziato degno di questo nome si azzarderebbe a parlare di prove scientifiche in quanto la scienza appunto dovrebbe fornire sempre e solo teorie che si basano su dati raccolti, ma sono sempre teorie, non ci sono verità e soprattutto non ci sono verità immutabili. Nella scienza la forma più alta di certezza è la teoria, cioè la teoria migliore formulata fino a quel momento che spieghi un dato fenomeno e che deve sempre essere messa in dubbio e in crisi davanti a nuovi dati.
È choccante vedere a quante cose credono le persone senza averle mai controllate, senza nemmeno essere in grado di spiegarle e nemmeno riassumerle a grandi linee, cose magari anche importanti su cui si basano scelte politiche che riguardano la nostra libertà, la nostra salute.

Altro problema è la percezione di questa “comunità scientifica” che sarebbe il sigillo di verità aggiuntivo (di stampo democratico anche se tutti ci dicono che la scienza non è democratica) il sigillo di verità aggiuntivo su quello che devi credere vero altrimenti sei contro la scienza (cioè contro la verità). Non credo io debba stilare l’elenco degli scienziati solitari che avevano contro la comunità scientifica e avevano ragione.

Con questo ovviamente non voglio dire che uno scienziato abbia a prescindere meno credibilità di un qualsiasi utente facebook o pagina internet che si trova online, anzi, semmai questo è il problema inverso: la palese mancanza di credibilità di alcune verità ufficiali può portare a un’altra forma di creduloneria, ancora peggiore, che ci fa fidare di qualsiasi informazione ci suoni anche lontanamente controcorrente. Se invito ad essere prudenti e non considerare mai qualcosa un dogma intoccabile, nemmeno una cosiddetta “verità scientifica” supportata dalla cosiddetta “comunità scientifica”, ancora più prudenti bisogna esserlo nei confronti del signor nessuno che ha un canale youtube ed è supportato da qualche migliaio di altri signor nessuno. Tipo io.