latitante ma innocente… più o meno



inscindibilmente uniti, tanto quanto differenti e talvolta opposti, sono "chi" e "come" sei…
quanto profondamente riuscirei ad inoltrarmi, curioso ed affascinato, nell’uno e quanto invece mi allontanerei dal secondo?… cos’è, anche questa una condanna?
un’altra cosa per la quale darsi pazienza e da accettare per com’è… o chi è…? rido…
ed è importante rimanere saldi e sereni a questa ironia che forse mi fa spesso da salvagente, accoglie le lacrime immaginarie nel mio tipico sorriso a mezza bocca. così non naufrago nell’idea di avvicinarmi ad una persona, pericolosamente, quanto un kamikaze in un centro commerciale: devo scacciare quest’immagine, per quanto sensata e razionale, persino palese, che raffigura possa esser io, alla fine, la condanna, il peso, il pericolo…
questo mi porterebbe poi a considerarmi criminogeno e, per evitarlo, improvvisarmi poliziotto… quindi confinarmi in una specie di arresto domiciliare, schedarmi… e consigliare a tutti di non darmi una confidenza che sia più ampia di un "ciao" e una stretta di mano.
perchè dolorosa e frustrante fino alla pazzia, può essere il comprendere d’essere colpevole di aver inconsciamente causato ogni mio male, sì, ma è insopportabile esser colpevole anche di quello altrui.
nonostante questo, fortunatamente o no, per coraggio o incoscienza, forse me ne fotterò e continuerò ad essere libero, per lo meno di sognare, di avere e vivere una qualche normalità…
come un latitante… abbastanza innocente.