l’ispirazione non è quasi mai ciò di cui parlo: è solo una spinta a correre e poi a raccontare ciò che vedo, sento, vivo correndo.
adesso non ho tempo nemmeno di fiatare, figuriamoci capire, rendermi conto… così vado camminando, nell’attesa del giorno atteso, senza curarmi di dare giudizi, sentendo le cose a pelle… una pelle mai scivolosa. ma per questo non ho paura di restare avvelenato: il veleno è il mio cibo, la tristezza solo un elogio alla mia stessa ispirazione così il male puo anche non esistere.
di paura in paura accarezzo mille modi diversi di fare la medesima cosa o mille cose diverse fatte alla stessa maniera.
di coraggio in coraggio non esiste paure nè coraggio che non sia solo credere e fare come sento.
ma alla fine è un sovrapporsi di cose, 2 o 2 milioni non fa differenza, la mescolanza di tutto non dà comunque alla fine una cosa sola.
e sono da capo.
con questo miscuglio… questa ricetta che non dà nessun piatto…
"ti piace?" "non ho ancora masticato…"