io per me



mi faccio ingannare da parole di altri destinate ad altri, da commiserazioni e paure, da cecità peggiori della mia.
dicevo che è sempre più facile dire cosa non è, piuttosto che cosa è… più facile dire cosa non sono che cosa invece sono… e devo uscire da questo mordermi la coda.
l’automiglioramento procede, basta sperare che duri, che le mura interne reggano al collasso di quelle esterne, che il nucleo sia il motore per costruire la polpa, fino alla buccia… se di buccia c’è bisogno. di solito no.
aspettare… aspettare… sembra diventata la parola chiave, che apre però non la porta delle possibilità, ma una qualsiasi, sbagliata comunque.
ho ancora nella testa i versi dei cani che imitavo ridendo, il non riuscire a concludere una domanda facilissima, e il perdermi in verità conosciute solo in stato di ebbrezza… ci voleva in fondo…
"come si chiamava il dio che volevano evocare in conan il distruttore?… ma te lo fan fare un po’ diii aaa… vuw! vuw!… era qui che ho sentito un coro di chiesa… seguilo!… un mio amico scrisse: alla ricerca di Maestri, Amici e Amore. cazzo in 3 parole ha riassunto la vita… no! qui ci abita la mia ex… voglio il salato…"
e poi che rimane?… un saluto al freddo, una macchina che si allontana… hai mai pensato se… no lascia stare.
penso a me… profondamente… io per me.
io per me.