in risposta al Vostro spettabile sogno…



dare un significato a verità e falsità oniriche… chissà se ha senso…
conversare amabilmente mentre guido, ci sono abituato, come fosse casa mia, di musica, che altro?
e poi il bacio rubato, a dimostrarmi quello che hai sognato tu: “hai visto?”… mi fermo, ti guardo sorrido…
ti butti fra le mie braccia come se ci conoscessimo da anni, forse era vero, nella finzione, non importa…
e di nuovo a conversare… in braccio a me senza sfiorarci, toccandoci profondamente con sguardi e parole.
d’improvviso muti, ti trasformi come se ti vedessi con occhi altrui anziché col mio, una specie di film che cambia repentinamente regista, ma continua a raccontare la stessa storia. io non mi faccio ingannare: mi piace questo racconto, e così torni ad essere quella di prima.
“ho le prove col gruppo tra poco… ti va di ascoltarci?”… che domande…
ma nel frattempo altre cose erano cambiate… c’era caos in città: tutti impazziti, tutti criminali, gente pestata, sangue, furti… noi noncuranti, come storie parallele, saldi su di noi e la nostra traballante e strana perfezione.
arriviamo sul posto… aspettiamo in un’anticamera, e lì comprendo di averti già vista prima davvero.
d’un tratto sparisci, presa da amici ed impegni… mi vedo costretto a ritirarmi… non ho la sensazione che ti avrei rivista ancora… fa male, ma l’accetto.
attraverso una sala colma di gente, come una platea in attesa di un convegno, ma senza oratori… mi sento colpire alla schiena, mi giro… tu…? vecchio amico mio… ma non eri… dio che piacere mi fa… ma che hai?… ce l’hai con me… perché?!… urlo il tuo nome… non è giusto!… perché ce l’hai con me?… fa male, cristo!… perché?!… urlo, piango, mi dispero… da solo, per le strade, ancora colme di pazzi, criminali, gente pestata, sangue… io urlo, li in mezzo, da solo… e le mie urla neanche si sentono…