vorrei fosse il mio, il sangue sul vetro
che brilla, scintilla mentre la luce gli gira intorno
si fa bello come un’auto in un salone
muto. come me
lo tocco, disegno scie chiare
e cerco risposte
il suo silenzio è tanto eloquente
non come il mio
è come se ridesse dei miei pensieri
come se non esistessi
come se mi dicesse
che questa sensazione non se ne andrà mai
questa freccia impiantata nello stomaco
me la tengo stretta
stringo i denti
ma sospiro e faccio gli occhi tristi
mentre non so nemmeno dove rivolgere lo sguardo
se non su quel sangue, sul vetro
il cui silenzio
vorrei fosse il mio.