guinzagli inversi



stanco di nuovo. comodamente stanco o stancamente comodo; comincio a a riflettere su quale sia il mio vero, normale, “standard”… presumendo che ne esista uno.
se quando sto bene, a digiuno, e mi sento forte, avverto una precarietà da riparare al più presto… se quando sto male, quando ho esagerato in qualcosa di poco salutare e mi sento debole e malato, avverto una calma, una mancanza di emergenza che fa rientrare tutto in immaginati protocolli per una vita predestinata… se tutto ciò accade, è ovvio cominciare a rivalutare ogni cosa mettendola sottosopra.
da una parte così saldo e roccioso, dall’altra friabile e precario… mi sento in grado di affrontare qualunque cosa mentre però incedo lentamente, con passi calibrati fino all’eccesso ma mai sicuri, girando continuamente la testa per avere una visione delle cose più simile possibile a quella di una persona con 2 occhi… mentre rimane a fuoco sempre e solo una distanza che raramente coincide con quella che sto guardando.
e a volte mi rendo conto di comportarmi come un gatto che se ne sta in disparte. quando viene in contatto con qualcosa di vagamente non abituale tiene un comportamento schivo… ma non si riesce a capire se è solo timido, se ha paura, se non sopporta il sovraccarico dei recettori neurali troppo impegnati in operazioni di routine, se è stordito o stanco o malato e tenta solo di difendersi a priori, se è semplicemente asociale e distaccato, o ancora se ha solamente le palle girate.
non si capisce e non si capirà mai. forse è un bene, fra tanto male, non capire fino in fondo, lasciare che questo “essere” sia; come sono, anche se forse non vorrei o forse lo voglio più di qualunque altra cosa.
ci sono persone, cose, storie che hanno un destino… niente di soprannaturale, di paranormale… è solo caso, dna…
anche il caso genera destino… e capita anche che questo destino possa essere girare in tondo, attorno a loro stessi, fino alla fine, arrivando a comprendere stranissime cose, forse inventate, chi può dirlo?; giungendo in luoghi di solito inabitati, in certi casi avendo le palle, la sensibilità, il dovere, l’istinto di raccontare… senza giungere mai al centro di quella fottuta circonferenza… l’esatto contrario di tutti gli altri cani legati al palo, nel giardino del padrone.