Guida per principianti al nazionalismo



Qualche giorno fa mi è capitata davanti questa vignetta. L’ho trovata così folgorante e immediata che l’ho tradotta e mi ha spinto a scrivere questo post.
Il concetto di nazione è come il concetto di dio e il nazionalismo non è diverso dalla fede: parliamo di un concetto che diamo per scontato ma più per abitudine, senza averci mai pensato troppo, ma se ci ragioni un attimo di più, scopri che dietro questa parola non c’è nulla se non il tentativo di legare ideologicamente le persone a un qualcosa che fosse sfruttabile dal potere e rendesse le persone volontariamente sottomesse.
Le nazioni non esistono e quindi non esiste nemmeno il nazionalismo.
Mi spiego: le nazioni sono porzioni di terra delimitate arbitrariamente da altre persone. Non c’è un motivo geografico, empirico, logico, ma solo ed esclusivamente politico o sarebbe meglio dire di potere. I confini sono la versione legalizzata del risultato di lotte tra bande che si dividono una città. Al posto delle bande metteteci persone molto più potenti ed influenti che hanno convinto milioni di persone che quelle lotte fossero per il loro bene… ed ecco le nazioni.
I confini e la loro militarizzazione hanno poi diviso le persone non diversamente da come limiti geografici hanno diviso altri in altri luoghi e questa separazione in certi casi ha fatto sviluppare diversi modelli culturali, differenze in mezzo a migliaia di altre differenze visto che nessuno è esattamente identico a qualcun altro: un contadino sardo non ha la stessa cultura, le stesse tradizioni, le stesse abitudini ed ideali di un imprenditore milanese così come un senzatetto che vive davanti al portone di un palazzo non ha la stessa cultura, le stesse tradizioni, le stesse abitudini ed ideali di chi vive a pochi metri da lui in quello stesso palazzo.
Ma il concetto di nazione rende quelle diversità… diverse. Ovvero per quanto qualcuno sia diverso da te, grazie al nazionalismo, se è tuo connazionale, quelle diversità saranno avvertite in maniera molto blanda, mentre le diversità di qualcuno che vive al di là di una linea chiamata confine sarà percepita in maniera molto più pesante.
A che serve questa percezione assolutamente arbitraria della diversità? A creare conflitto? Certo, ma questo è solo un lato della medaglia. A chi serve conflitto? Generare un conflitto basato su una finta percezione della diversità crea anche dall’altra parte una percezione falsata della comunanza, della similitudine e della appartenenza. A chi serve che esista un modello noi-voi assolutamente arbitrario?
Proviamo a rispondere con una domanda: se io fossi una persona molto ricca e benestante, come potrei difendermi dalle proteste delle moltitudini che sto sfruttando per mantenere il mio stile di vita? Sedare le rivolte con la forza è dispendioso e pericoloso. Come potrei fare in modo che la mia opulenza fosse avvertita come un loro vantaggio, al punto che sarebbero pronti a morire per difendere i miei privilegi? Ecco a cosa serve il nazionalismo: a disegnare una linea immaginaria che crei un legame tra chi sta dentro e crei senso di diffidenza e divisione verso chi sta fuori in modo da sedare quel genuino senso di frustrazione e ingiustizia verso il potere di pochi che approfittano delle moltitudini e trasformarlo in un senso di orgoglio e appartenenza verso l’egemonia di quei pochi che, comunque, sono parte della stessa nazione o addirittura ne sono i reggenti. 
Quindi non si guarda più alle ovvie e oppressive disuguaglianze verticali di classe, ma si viene distratti dalle differenze orizzontali tra appartenenti a diverse nazioni, ovvero non ci si preoccupa più del furto costante del padrone che ci vive a fianco ma ci si preoccupa della povertà di quello straniero che vive al di là di quella linea e si è pronti a difendere la ricchezza del padrone come fosse la propria.
Quindi ecco che la schiavitù (diventata poi servitù salariale) si trasforma in una nobile azione per il progresso del paese, uccidere a comando come mercenari diventa una nobile azione per difendere la sicurezza del paese, prendere parte attraverso il voto al processo per la nomina dell’élite di sconosciuti che gestiranno il potere assume le sembianze di una nobile azione per la democrazia del paese, e così via.
Se volessimo trovare una definizione realistica al concetto di nazione potrebbe suonare così: concetto grazie al quale persone potenti si assicurano fedeltà e servitù degli abitanti in un dato territorio.