Uno dei punti più problematici dei movimenti per i cambiamenti sociali radicali è la propaganda mainstream e governativa che getta fango su di loro per farli apparire come in realtà non sono. Questo è un metodo efficace, da parte del potere costituito, per far sì che da un lato questi movimenti vengano screditati e le persone li rifuggano allontanandosi anche dai principi che promuovono, dall’altro lato, sottolineandone gli aspetti negativi e pericolosi, il potere statale promuove se stesso facendosi passare come baluardo di sicurezza, ordine, pace.
Ecco perché l’anarchia viene fatta passare per caos, per violenza, per mero scontro con l’ordine sociale garantito dallo stato, quando in realtà l’anarchia è, fra le altre cose, mutuo appoggio, libera associazione e responsabilità dell’individuo.
Ecco perché l’antispecismo viene fatto passare per una moda estremista e violenta che vuole elevare l’animale a danno degli esseri umani, quando in realtà esso propone, tra le altre cose, una visione in cui l’essere umano smetta di dominare il resto del vivente e smetta di considerarlo un oggetto da poter usare e abusare ma ponendosi in armonia con esso.
Ecco perché il femminismo viene fatto passare per una corrente inutile o addirittura nata per combattere il sesso maschile in generale basandosi sull’odio verso gli uomini quando in realtà il suo scopo è, tra le altre cose, ripristinare l’equità tra uomo e donna, abbattere il sessismo e le discriminazioni di genere.
Quindi vorrei dire grazie a chi fa di tutto per demolire questa propaganda!
Grazie di cuore alla miriade di anarchici che prendono pubblicamente le distanze da, ad esempio, altri anarchici che commettono atti di mera violenza organizzata, o scontri provocati ed inutili con la polizia, o atti di intimidazione e terrorismo che non portano a nulla.
Grazie infinite alla marea di antispecisti che prendono pubblicamente le distanze da, ad esempio, altri antispecisti che inneggiano alla morte di cacciatori o macellai, o che chiamano assassini quelli che ancora mangiano animali prendendoli per il culo, considerandoli dei ritardati o minacciandoli pubblicamente.
Grazie mille alle frotte di femministi che prendono pubblicamente le distanze da, ad esempio, altri femministi che dicono di odiare tutti gli uomini, o usano stereotipi sessisti, epiteti violenti contro i maschi in generale, o inneggiano a una dittatura femminista.
Grazie quindi a tutti gli attivisti e le attiviste che con sforzo e dedizione cercano di combattere questo enorme problema della propaganda, riuscendo a dare un’immagine chiara dei principi per cui lottano, offrendo un aiuto preziosissimo ai movimenti di lotta in cui militano, riuscendo a non scadere nella cieca difesa del compagno di lotta a prescindere, anche quando questo crea danno alla lotta stessa; riuscendo a non scivolare nel mero antagonismo contro ciò che si vuole cambiare, ma soprattutto riuscendo a non ridurre la lotta ad una parodia adolescenziale il cui scopo è solo quello di apparire diversi, pericolosi, tosti o migliori degli altri, riuscendo a tenere sempre chiaro il percorso sociale a lungo termine e lo scopo ultimo della lotta senza farsi ingannare dall’immediato odio di pancia verso ciò che non va e chi lo rappresenta. Ma diciamocelo chiaro, non è poi così difficile tutto questo perché, in fondo in fondo, non occorre disciplina e strategia, è che dentro non siete affatto come il potere vi dipinge. Non avete una visione adolescenziale e miope delle questioni sociali, non ve ne occupate solo per fare branco con altri senza pensare alle conseguenze, non le fate diventare parodie facilmente attaccabili, non vivete di etichette, non siete chiusi e simili al potere che volete combattere ignari che, se quello davvero scomparisse, voi mettereste in piedi una cosa tragicamente simile. No, tutto questo non vi appartiene come persone e quindi nemmeno come attivisti, perciò lo evitate naturalmente.
Però grazie comunque perché è tutto bellissimo. Siete così tanti che, fortunatamente, i movimenti di cambiamento sociale e i principi che cercano di promuovere non sono minimamente scalfiti dalla propaganda statalista e mainstream, anzi, basta guardarsi attorno per vedere quale idea si fa la gente che vi incontra ed è evidente che la maggior parte di voi sta facendo un gran lavoro su questo delicatissimo e importante aspetto dell’attivismo.