https://www.youtube.com/watch?v=RldSmdERw6U
Questo testo è stato tratto e liberamente adattato da uno scritto di David Graeber, antropologo e anarchico statunitense.
Sicuramente hai già sentito la parola anarchia, ma probabilmente quello che sai dell’anarchia è frutto di pregiudizio e superficialità.
Alla parola “anarchia” quelle più associate di solito sono violenza, caos, distruzione. Agli anarchici si pensa come a persone senza regole, disadattati, inaffidabili, egoisti, persone che vorrebbero vivere secondo la legge del più forte.
E se ti dicessi che questo è solo uno stereotipo creato e propagandato da chi trae vantaggio dal mostrare l’anarchia e gli anarchici in questo modo distorto?
In realtà l’anarchico è solo una persona che, fra altri, si basa su due principali assunti:
1. Il potere è malvagio, pericoloso, qualcosa che corrompe.
2. L’essere umano, nel giusto contesto, è ragionevole, empatico, sociale e soprattutto in grado di rapportarsi agli altri ed organizzarsi senza che nessuno gli imponga come farlo, quindi non ha alcun bisogno di delegare decisioni ad altri né quindi delegare il potere e la responsabilità delle scelte, comprendendo che l’unica strada per la pace e l’armonia è quella legata all’aggregazione volontaria degli individui che si assumono la responsabilità delle proprie azioni.
Messa così suona già molto diversamente, vero?
Ma si può dire di più: probabilmente la maggior parte di voi è già anarchica e non lo sa. La maggior parte di voi già crede nell’anarchia, sa che non è un’utopia e la pratica ogni giorno… solo che non se ne rende conto.
Facciamo questo test insieme:
DOMANDA 1.
Se c’è una fila per salire su un autobus affollato, anche se non c’è polizia attorno, aspetti il tuo turno e non ti fai strada a gomitate?
Se hai risposto “sì”, allora ti comporti abitualmente come un anarchico! Il principio anarchico fondamentale è infatti l’auto-organizzazione: la convinzione che gli esseri umani non hanno bisogno di essere minacciati con sanzioni per essere in grado di giungere a ragionevoli intese gli uni con gli altri, o per trattarsi a vicenda con dignità e rispetto.
Se stai pensando che gli strumenti di coercizione sono necessari perché temi che ALTRI non si comporterebbero come te, è lo stesso ragionamento, evidentemente sbagliato, che hanno gli altri verso di te: ci sarebbe un ovvio interesse comune a comportarsi in maniera ragionevole con dignità e rispetto, non c’è alcuna ragione perché ci si comporti diversamente. Come vedi è la società che crea barriere dove non esistono e ci fa credere di avere bisogno di essere controllati e poi, come un cane che si morde la coda, è proprio questo controllo, questa coercizione che crea le CONDIZIONI che poi fanno nascere disuguaglianze, diffidenza e tensioni cioè gli elementi per cui poi noi invochiamo forme di controllo e coercizione. Capisci il paradosso?
DOMANDA 2.
Pensi sia normale e fattibile fare parte di un club, di una società sportiva o di un’altra organizzazione volontaria in cui le decisioni non sono imposte da un leader ma prese sulla base del consenso generale?
Se hai risposto “sì”, allora sostieni l’idea di organizzazioni che funzionino sulla base di principi anarchici! Un altro fondamentale principio anarchico è infatti quello dell’associazione volontaria basata sul principio del consenso. Gli anarchici sono convinti che l’intera società dovrebbe basarsi su questi principi poiché la coercizione applicata attraverso istituzioni gerarchiche o militaresche, tipo gli eserciti, le burocrazie e le grandi imprese, basate sulla catena del comando non sono affatto indispensabili, anzi, sono deleterie.
Certo può sembrare un’utopia a molti, ma è quello che fate nella vita di tutti i giorni ogni volta che raggiungete un accordo volontario con qualcuno. E’ già la base della vita che vivete. Se si applicasse questo concetto all’intera società si avrebbe un insieme di individui che si relazionano volontariamente con altre persone ugualmente libere e, per questo, attente alla responsabilità verso gli altri che il loro agire comporta. Questa è l’unica condizione in cui ci può essere equilibrio e libertà senza alcuno sforzo perché è nella natura umana, viceversa quando a qualcuno viene dato un potere sulle altre persone e queste vivono nella coercizione e nella diffidenza, esse smettono di essere responsabili dando vita a comportamenti antisociali.
DOMANDA 3.
Credi che i politici siano per lo più persone avide ed egoiste, a cui in realtà non importa nulla del bene comune o, nel migliore dei casi, attori di uno spettacolo inutile anche quando in buona fede? Pensi che il sistema economico in cui viviamo sia stupido e ingiusto?
Se hai risposto “sì”, allora tu sottoscrivi -almeno nelle sue linee generali- la critica anarchica della società attuale. Gli anarchici sono convinti che il potere corrompa e che coloro che cercano potere sono proprio le ultime persone a cui bisognerebbe affidarlo. Gli anarchici pensano che il nostro attuale sistema premi i comportamenti egoisti, coloro che sono privi di scrupoli, e sanzioni o renda inutili i comportamenti positivi legati all’empatia, alla condivisione. Ecco perché, anche quando in buona fede, i politici finiscono per diventare fautori e sostenitori di quel sistema, anche involontariamente.
Probabilmente la maggior parte delle persone la pensa allo stesso modo. L’unica differenza con l’anarchico è che molti sono convinti che non ci sia niente da fare o che, se si facesse qualcosa, si finirebbe per produrre una situazione ancora peggiore di quella attuale.
Ma se ciò non fosse vero? Beh, anche tutte le previsioni catastrofiste sul cosa accadrebbe senza capitalismo e senza stati crollano semplicemente guardando alla storia e si rivelano ennesimi falsi stereotipi.
I popoli hanno vissuto senza governi per migliaia e migliaia di anni, molti più anni di quanti ne abbiano vissuti con gli stati e con il capitalismo. Anche oggi, in molte parti del mondo, esistono persone che vivono al di fuori del controllo dei governi, al di fuori di contesti economici e, sorpresa, non si ammazzano a vicenda. Prosperano. A meno che non siano messi a rischio dalla cosiddetta civiltà.
Semplicemente queste persone cercano di vivere le proprie vite come farebbe chiunque altro. Al contrario è la presenza dell’economia e degli stati che mette in pericolo la società proprio perché innesca meccanismi di competizione e deresponsabilizzazione.
Se solo ci sforzassimo di analizzare l’intera storia dell’essere umano al netto dei cliché propagandati da chi, da questo sistema, trae vantaggio, scopriremmo che l’idea che siano gli stati a darci sicurezza e l’economia a darci benessere è l’esatto opposto di quello che è sempre successo.
Anche se si può essere spaventati da un cambio di paradigma così forte, è solo l’illusione che questo sistema funzioni o che si possa migliorare che ci tiene legati in realtà all’unica cosa che invece sicuramente non funzionerà perché in antitesi alla natura umana. Gli anarchici credono che bisognerebbe combattere sia la paura che l’illusione e metterci insieme a lavorare su qualcosa che possa funzionare davvero.
DOMANDA 4.
Di solito ai bambini si ripetono frasi come “Non importa chi ha cominciato”, “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta”, “Prima fai pulizia in casa tua”, “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”, “Non trattare male le persone solo perché sono diverse da te”.
Credi realmente che sia giusto insegnare queste cose ai bambini?
Se pensi sia giusto perché quelle frasi hanno un valore, allora dobbiamo chiederci se stiamo poi mentendo a noi stessi da adulti, perché quei semplici principi morali applicati alla società portano all’anarchismo.
Già solo le due frasi “Non importa chi ha cominciato” e “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta” da sole spazzerebbero via la follia delle guerre e del sistema carcerario: due strumenti che non funzionano, non hanno mai funzionato né funzioneranno mai per lo scopo per cui esistono.
Perché insegniamo ai bambini a condividere ed essere buoni se poi creiamo un mondo competitivo e ci ripetiamo che l’essere umano è cattivo per natura? Mentiamo a i bambini? O mentiamo a noi stessi da adulti per proteggere un sistema che non abbiamo il coraggio di cambiare ma sappiamo essere sbagliato?
Qualcuno dirà: “Certo ma continueranno sempre ad esistere persone veramente competitive ed egoiste”. E questo è un buon motivo per creare un sistema che premia e incentiva quelle persone? Quei comportamenti? O forse, al contrario, serve un sistema che li renda ininfluenti perché la massa collabora e ottiene risultati senza conflitti?
Il conflitto e la paura servono solo agli interessi di coloro che detengono il potere.
Questo è il motivo per cui gli anarchici auspicano una società fondata non solo sulla libera associazione ma anche sull’aiuto reciproco o mutuo appoggio. Il fatto è che la maggior parte dei bambini cresce credendo nei principi anarchici e poi deve gradualmente rendersi conto che il mondo degli adulti in realtà non funziona in questo modo. Questo è il motivo per cui molti diventano adulti ribelli, alienati o rassegnati, frustrati e amareggiati.
Ma cosa succederebbe se cominciassimo seriamente a costruire un mondo fondato sui principi di equità, condivisione e giustizia con cui ipocritamente cresciamo i bambini?
DOMANDA 5.
Credi che gli esseri umani siano in realtà fondamentalmente corrotti e malvagi, che certe categorie di persone (le donne, la gente di colore, la gente comune che non è ricca o istruita) siano inferiori, e quindi devono essere obbligate ad essere governate da chi è migliore di loro?
Se hai risposto “sì”, allora è chiaro che, dopo tutto, tu non sei anarchico. Ma sei hai risposto “no”, allora è probabile che tu sottoscriva già il 90% dei principi anarchici e probabilmente stai già vivendo la tua vita in gran parte in accordo con questi principi.
Ogni volta che tratti un altro essere umano con cura e rispetto, tu sei anarchico.
Ogni volta che affronti le divergenze con gli altri cercando un compromesso ragionevole, ascoltando ciò che ciascuno ha da dire piuttosto che lasciando che una sola persona decida per tutti gli altri, tu sei anarchico.
Ogni volta che avresti la possibilità di costringere qualcuno a fare qualcosa e invece preferisci fare appello alla sua ragionevolezza e al suo senso di giustizia, cercando di fargli comprendere la situazione facendo leva sulla sua responsabilità, tu sei anarchico.
Lo stesso accade ogni volta che condividi qualcosa con un amico, oppure quando decidi chi dovrà lavare i piatti, questa volta, o fare qualsiasi altra cosa spiacevole o fastidiosa in base a un criterio di giustizia.
Ora tu potresti obiettare che questo è un metodo che va bene per far funzionare un piccolo gruppo di persone, ma che gestire una città, o una nazione è una faccenda del tutto differente. E naturalmente c’è del vero in quello che dici. Ma questo probabilmente deriva solo dal fatto che è molto complesso immaginare un sistema differente da quello in cui si è abituati a vivere e non mettere in discussione.
Attraverso la decentralizzazione della società e mettendo quanto più potere è possibile nelle mani di piccole comunità si inizierebbe un percorso virtuoso che porterebbe alla nascita di nuove realtà (e molte già stanno nascendo) riportando le cose verso un sistema equo e libero.
Certo non è una cosa semplice, ma pensi che questo sistema in cui viviamo lo sia? Non solo non è semplice ma è anche sbagliato, ingiusto, corrotto.
Probabilmente stai pensando a quanti meccanismi complessi esistano in questo sistema, magari alcuni positivi, e che sarebbe complicato rivedere secondo i principi di equità, giustizia e libertà ma il solo fatto che una cosa sia complicata non significa di per sé che sia impossibile. Significa solo che è complicata. E se una cosa è talmente complicata da rivedere secondo quei principi, forse quella cosa non è solo complicata, è anche sbagliata.
In effetti gli anarchici hanno elaborato ogni sorta di idee e visioni diverse su come potrebbe organizzarsi e gestirsi una società complessa. Spiegarli però andrebbe molto al di là dello scopo di un breve testo introduttivo come questo.
Il punto è che gli anarchici confidano nel fatto che tutti i problemi possono essere affrontati e risolti secondo i principi di equità, giustizia e libertà, gli unici principi che possono realizzare un sistema in cui le persone possono essere felici e vivere una vita degna di essere vissuta in cui nessuno domini più su nessun’altro, in cui guerre, oppressione e sfruttamento diventino solo brutti ricordi.