La giustizia è un po’ come la religione. E per giustizia intendo il potere giudiziario. Ci sono diverse similitudini.
In pratica la religione è qualcosa a cui dovresti credere per fede e non mettere in discussione, insomma ti devi fidare, nonostante tutto quello che ti capita.
Anche nella giustizia devi credere, quasi per fede, perché lo sai che tanto chi ha più soldi vince e più sei povero più finisci in carcere, però ci si crede nonostante l’ingiustizia dilaghi.
E ci sarebbero tanti altri piccoli dettagli che accomunano queste due cose, ma l’aspetto più simile tra loro è quello generale che sta alla base di entrambe, cioè una sorta di bipensiero alla Orwell, un controsenso che sta in piedi solo perché c’è uno sforzo culturale e di indottrinamento enormi, ormai assorbiti e dati per scontati.
Seguitemi. Prendo come esempio il cattolicesimo ma potrebbe funzionare con qualsiasi religione chiaramente.
Dio, per definizione, dovrebbe essere infallibile e la bibbia dovrebbe essere la parola di dio, quindi la bibbia è infallibile. Voglio dire, è la fonte della religione quindi non puoi dirti cattolico e non credere nella bibbia, sarebbe come dirsi un grande fan di Dylan Dog e poi dire che non ti piacciono i fumetti di Dylan Dog. Fin qui ci siamo, no? Ok, eppure non esiste sulla faccia della terra un cattolico che segua alla lettera la bibbia. Nessuno. Nemmeno i comandamenti principali. E secondo il loro stesso credo, non farlo significa dannazione eterna. Lo ripeto: tutti i cattolici credono a un dio che ritengono infallibile, onnipotente e che ha creato tutto ma allo stesso tempo scientemente gli disubbidiscono e non fanno quanto lui ha ordinato. Curioso no? Inspiegabile sotto un certo punto di vista. Ma diventa perfettamente spiegabile se si mette in conto quanto ho già accennato, ovvero lo sforzo culturale e di indottrinamento enormi alla base della religione che fanno aderire le persone a quest’ultima abbastanza da farle DIRE di essere cattoliche, pronte a difendere i valori cattolici, a sentirsi parte di una comunità cattolica, ma ovviamente non abbastanza da farle credere davvero a tutte le minchiate idiote, violente e insensate che il cattolicesimo rappresenta, voglio dire stiamo parlando di credere che tutte le domeniche, alle parole di un tizio vestito di nero, il vino e la cialda di pane che ha davanti diventino il corpo e il sangue di un altro tizio morto duemila anni. E poi lo mangiano. E non è un atto simbolico, eh, se sei cattolico devi credere che sia successo davvero. Ma ovviamente nessuno di crede davvero. Però si fa. Senza parlare di tutte le altre istruzioni bibliche che si ignorano come per esempio quella di non creare immagini di dio né idoli (ma come farebbe la chiesa?) oppure che i genitori dovrebbero portare il figlio indisciplinato dai vecchi del paese che procederanno alla lapidazione del medesimo. Quindi ecco il bandolo della matassa: è chiaro che stai facendo parte di una cazzata in cui nemmeno tu credi davvero, però ormai è troppo forte la spinta culturale e tradizionale a sentirti parte di quella cosa e non ti sapresti immaginare senza.
Ecco sembra abbia fatto un preambolo inutile ma anche per la giustizia è la stessa identica cosa. Qualsiasi sistema politico che sia capitalista, socialista, democratico, dittatoriale, in forme più o meno simili, si basa su un sistema di credenza che è quello del monopolio della violenza da parte dello stato, ovvero, lo stato è l’unico che può commettere violenza, ovviamente con il fine di proteggere le masse, sulla carta. Questa violenza viene messa in atto per punire chi viola le regole e questo dovrebbe portare più sicurezza. Tu commetti un reato e io ti punisco. Attraverso la paura della punizione, si ottiene giustizia e un mondo con meno crimini. E qui scattano le analogie con la religione perché se credi davvero in un sistema simile allora devi credere anche a tutte le sue premesse e conseguenze, esattamente come con la bibbia. Una delle premesse alla base di un sistema simile è che per evitare che qualcuno eserciti violenza su di te, tu dai il potere a pochi individui di esercitare violenza su di te credendo che questi useranno quel potere per proteggerti e che la minaccia del “o fai così o ti punisco” sia un buon metodo per creare una società libera. Certo, un ragionamento lucido come quello del credente che pensa che un dio che dice “fai così o brucerai all’inferno” gli stia dando il libero arbitrio. Una delle conseguenze invece della giustizia è che tutti dobbiamo essere soggetti al controllo. Quanto controllo? Infinito. Cioè al massimo del controllo possibile sulle persone ci sarebbe il massimo della giustizia possibile perché meno posso controllare le persone e meno posso vedere quando ci sono reati. Quindi la conseguenza diretta di credere a questo sistema è quello di agognare un controllo totale sulle nostre vite. Però ops, nessuno vuole essere controllato a 360°, anzi, lo ripudiamo ed è normale che sia così. Esattamente come il cattolico avverte le stupidaggini della religione, anche il cittadino sente benissimo qual è il limite di questa cazzata chiamata giustizia e, anche se tutti dicono di crederci, nessuno seguirà fino in fondo quello che questo comporta, perché alla fine lo sappiamo tutti che non stiamo parlando di giustizia ma solo di controllo, di mettersi nelle mani di altre persone che hanno più potere di noi, che il carcere non fa diminuire i crimini, che non riabilita nessuno, anzi, ma ci si inventeranno mille scuse per continuare a crederci, ci si inventa che le cose miglioreranno con leggi migliori, politici migliori, esattamente come un credente ha fede nel piano divino mentre chiude gli occhi davanti agli evidenti effetti nefasti, ci si inventa un tira e molla tra la libertà e la privacy da una parte e la giustizia e il controllo dall’altra, fingendo poi che la retta via sia un giusto equilibrio tra le due. No, se credi che la punizione e la paura della punizione funzionino, non ci devono essere zone d’ombra, se vuoi delle zone d’ombra è perché sai che la punizione non funziona ma non puoi abbandonare questo sistema di credenza, sarebbe troppo faticoso, troppo sforzo abbandonare la fede nella vendetta e nella punizione del cattivo, rinunciare alla visione comodamente dualistica del buono e del cattivo, di un sistema di potere che sta sopra di te ma lavora per te. Troppo sforzo.
Insomma viviamo in sistemi in cui da una parte diciamo di credere, dall’altra sappiamo profondamente quanto siano ridicoli, sbagliati e pericolosi, ma non abbastanza da abbandonare quel guinzaglio che ci fa essere parte di quella finzione che ci fa sentire protetti e uniti… nella sottomissione.