David Crowley e Bufale Un Tanto Al Chilo: Debunking for Dummies



Il boomerang dello “sbufalamento”: La dimostrazione di come si possa smontare, pezzo per pezzo, un classico tentativo di debunking non ben confezionato.

boomerang

Mi è stato segnalato che un mio articolo ha avuto l’onore di finire su “Bufale Un Tanto Al Chilo” (BUTAC), il sito paladino della verità che con perizia e verifiche certosine ci rende immuni da informazioni fasulle pericolosissime come le catene di sant’Antonio su Facebook.
E’ stato un piacere vedere le mie parole essere fatte a pezzi dalla scure della dialettica strategica usata in quell’articolo, cioè la strategia con cui chiunque può dimostrare qualunque cosa (a patto che chi legga sia disattento e non conosca certi mezzi linguistici).

Leggendo il loro articolo ho capito che poteva essere una bella occasione per dimostrare come si possa costruire un articolo dal nulla che sembra “sbufalare” qualcosa senza farlo realmente: quindi prendo al volo questa golosa occasione e, con i loro stessi meccanismi linguistici, analizzerò il loro articolo.
Vi invito prima a leggere perciò sia il mio articolo, sia quello di BUTAC e, solo successivamente, leggere il presente.

Tengo a precisare che questa è la prima e ultima volta che faccio una cosa simile, per due motivi:
1. Detesto usare questi mezzucci dialettici che servono solo per scrivere (con la s minuscola) e non per Comunicare (con la C maiuscola).
2. Ho fortunatamente altre cose molto più importanti da fare che sbugiardare chi usa certi mezzi per ottenere click, ma è troppo ghiotta e divertente l’occasione di farlo. E lo dico perché purtroppo ho già avuto a che fare con persone che hanno buttato la cosa sul personale e hanno trasformato una divergenza d’opinione in una battaglia. Quindi avverto già che, se dovesse ricapitare, la cosa non mi riguarda e la mia risposta sarà il silenzio.

Ricordo al lettore che è l’articolo di BUTAC che pretende di “sbufalare” il mio, perciò è d’obbligo presumere che questi contenga elementi inoppugnabili, veri e verificabili che smontino e dimostrino palesemente la mia malafede o l’inesattezza delle mie parole. Di contro, questo mio articolo vuole principalmente proprio dimostrare l’assenza di tutti questi indispensabili elementi. Quindi, partiamo.


 Iniziamo subito con la grafica:

nwo-regista

tutto si può dire fuorché sia sobria! E’ subito evidente che carattere abbia l’articolo. Ed è emblematico che tutto ciò si trovi in un articolo che accusa il mio di raccogliere bufale per gonfiare e dare clamore a una notizietta.
Ma noi siamo persone concrete e non ci fermiamo all’apparenza. Vediamo i contenuti.


L’inizio dell’articolo è già di per sé una perla:

Non credo che questa notizia sia arrivata ai giornali e TG italiani dato che non è molto importante, ma ovviamente per chi si nutre di controinformazione è una storia ghiotta. Eccola raccontata nella solita maniera

Prima affermazione assolutamente irrilevante. Quelle parole sembrano dire che, per il solo fatto che si stia parlando di una storia non “famosa” in italia, si possa già dare un giudizio sull’autore e l’articolo stesso.
Un giudizio non positivo, evidentemente, che si evince dalla contrapposizione tra le frasi “non importante per tg italiani” e “ghiotto per chi fa controinformazione”. Per i media una notizia può essere “importante”, per chi fa controinformazione invece è “ghiotta”. Le parole sono importanti.
Se questo è il metro di giudizio, potrei dire che è proprio l’articolo di BUTAC a trattare “nella solita maniera” un certo tipo di informazioni.


Andando avanti leggiamo:

Quindi invece che sabotare il film, l’NWO avrebbe deciso di mettere in scena questa tragedia per fermarlo.

Il ghirigoro di questa frase è da Oscar!
Se, per ipotesi, Crowley fosse stato ucciso, non sarebbe questo un modo per, appunto, sabotare il film?
Sottolineo la malizia di una frase simile perché è geniale nella sua bassezza e la sua funzione denigratoria funzionerebbe in qualsiasi caso: mettiamo che ilFirePhotography “NWO” avesse incendiato un ufficio o una struttura con l’attrezzatura, i documenti e tutto quello che serve per girare il film, magari “giustamente” facendolo passare per un tragico incidente. La frase ironica di BUTAC funzionerebbe comunque: Quindi invece che sabotare il film, l’NWO avrebbe deciso di mettere in scena questo tragico incendio per fermarlo.
Questo è un delizioso esempio di come si possano usare le parole per fingere di argomentare un’idea mentre si sta solo mettendo nel sacco chi legge.


L’articolo di BUTAC continua:

Peccato che sia un’opera di fantasia, non un film denuncia. Senza dubbio prendeva ispirazione dalla realtà, ma non era una raccolta di eventi reali o reportage dalle strade, ma un viaggio in un futuro possibile, esasperando alcuni aspetti della società americana

Questa è forse l’unica argomentazione valida di tutto l’articolo e che anch’io ho sottolineato in un’intervista successiva al mio articolo, ma purtroppo è solo un’opinione, non un fatto, non una prova e quindi resta opinabile (più avanti scriverò meglio anche il perché) e di conseguenza irrilevante se usata per escludere qualsiasi dubbio sulla vicenda.
Considerando che Crowley era un ex-militare, non possiamo escludere a priori che potrebbe aver inserito nel film dei riferimenti troppo espliciti a fatti reali di cui è venuto a conoscenza nell’esercito.
E’ solo una supposizione, certo, se ne potrebbero fare moltissime ed è giusto e normale che una mente aperta le consideri piuttosto che escludere qualsiasi ipotesi per il solo fatto di trovarsi di fronte a un prodotto di fiction e quindi innocuo.


L’articolo prosegue cercando si sbugiardare quanto il mio articolo afferma sulla FEMA e sulla legge marziale.
Inizia con questa splendida frase:

La FEMA è l’equivalente statunitense della nostra Protezione civile

Per carità, è anche vero! Ma bisogna tenere presente un paio di cosette.
Anche l’esercito USA è “l’equivalente statunitense” del nostro esercito. Eppure sono sicuro che tutti abbiamo ben chiaro che non siano proprio la stessa cosa.
dt.common.streams.StreamServerPrendiamo d’esempio anche la polizia: anche la polizia americana è l’equivalente statunitense della polizia italiana, ma la polizia americana segue procedure molto più rigide, le regole d’ingaggio sono più aspre, e anche le tecnologie e mezzi a disposizione sono differenti. Persino la polizia locale ha a disposizione mezzi militari, tanto è vero che in tutto il paese si innalzano cori di preoccupazione per il continuo processo di makeup che sta trasformando la polizia in un corpo militare interno. Basti vedere come si sono trasformate le strade dopo l’”attentato” di Boston o i recenti avvenimenti di Ferguson.

Allo stesso modo la FEMA è sì l’equivalente della nostra protezione civile, ma allo stesso tempo segue procedure e ha a disposizione mezzi legali e tecnologici molto diversi.
Per fare qualche piccolo esempio: la nostra protezione civile ha un budget annuale di 2,7 miliardi di dollari. La FEMA più di 10 miliardi.
Inoltre la FEMA è stata assorbita nel 2003 dal Department of Homeland Security (DHS), organismo creato in risposta agli attacchi dell’11 settembre. Come si legge nel sito FEMA.gov, alla sezione “Autorità statutarie”, appare l’Homeland security act, che cita gli obiettivi del DHS:
1. Prevenire attacchi terroristici su suolo USA;
2. Ridurre la vulnerabilità degli USA agli attacchi terroristici;
3. Minimizzare i danni causati da attacchi terroristici e assistere al ripristino.

3004 DHS2
Che io sappia la nostra protezione civile, quindi, è leggermente diversa…


Andando avanti, l’articolo di BUTAC opina così sulla mia affermazione secondo cui la FEMA è stata accusata di essere più che altro uno strumento dell’establishment per sedare rivoltosi e dissdenti:

Non so a quali “operazioni politiche di repressione di dissidenti” si riferisca dato che non viene indicato nessun evento specifico – quindi accuse generiche presumibilmente inventate

BUTAC usa qui un altro mezzuccio dialettico: usa il mio non portare riferimenti per provare che ciò che sto affermando sia una bufala o, comunque, un qualcosa che mi sono inventato per buttare lì un qualcosa di cui non ho le prove, ma che mi serve per un determinato scopo.

Di certo un articolo non può contenere TUTTI i riferimenti a quello di cui parla e, oltre a questo, io non sono un giornalista. Non è neanche nel mio intento essere inattaccabile e fornire tutte le prove possibili, piuttosto il mio scopo è dare spunti per ulteriori ricerche e dare la mia opinione su alcuni fatti.
Chi ritenesse che un blog come il mio possa essere considerato al pari di un articolo di un giornalista che fa quello di mestiere o non brilla per intelligenza o sta cercando appigli per un’argomentazione fallace. Quindi l’unica cosa di vagamente generico qui è proprio quel passaggio dell’articolo di BUTAC.

Ma, visto che ci siamo, con una semplicissima ricerca in rete, ho trovato questo:

http://youtu.be/chWH0n-EGLo

che è parte di un documentario più ampio che, però, sfortunatamente non riesco più a trovare.

Purtroppo per BUTAC, la nomea della FEMA di organizzazione di repressione politica fa parte della storia, sin dalla sua nascita.
Bastava una ricerchina veloce, piuttosto che usare una mia giustificabilissima mancanza come impalcatura per un’accusa ridicola. Ma probabilmente è l’accusa quello che si cercava, non la verità.


Procedendo troviamo un’altra piccola magia.
Nel mio articolo avevo scritto che:
Fa riflettere che proprio tale organizzazione[FEMA], con una firma del presidente, può sospendere il Bill of Rights e instaurare la legge marziale, senza contare la diffusione di notizie che vedono l’organizzazione dietro la costruzione di campi di concentramento “vuoti” in tutti gli stati uniti.’

E BUTAC tiene a precisare che:

Ovviamente è il contrario: non è la FEMA che può influenzare le scelte del presidente, ma è lui che può prendere questa decisione al massimo

Vi invito a dirmi dove io avrei scritto o fatto intendere che la FEMA “influenza” le decisioni del presidente.
Dalla mia frase si capisce bene che senza la firma del Presidente non c’è alcuna legge marziale e quindi è di quest’ultimo la decisione. Certo la forma con cui ho scritto quella frase può essere opinabile, lo riconosco, ma è evidente quanto sia stato ingigantito e volutamente frainteso il senso per creare un altro fragile appiglio per un’argomentazione traballante.


Il culmine dell’illusionismo dialettico si raggiunge in questo passaggio e solo per questo valeva la pena mettersi a scrivere il presente articolo.
Ecco il passaggio:

Questa idea[della legge marziale], insieme a quella più famosa dei campi di concentramento della FEMA citata poco dopo, sono due tra le bufale di più basso livello negli Stati Uniti. Come sempre partono da qualcosa di reale – in questo caso quelle che si chiamano Executive Orders – che viene sconvolto e reinterpretato a proprio piacimento.

E continua spiegando questi “executive orders”.
Questo passaggio potrebbe rientrare nel manuale “Debunking for Dummies”.
Peccato però che non esistano solo “dummies” fra i lettori e certi giochetti di prestigio di bassa lega sono fin troppo evidenti a chi ha solo un minimo di occhio.

Partiamo dalla “bufala” dei campi FEMA: nel mio articolo ho parlato di “notizie” che girano in proposito, non ne ho fatto un punto focale, sicuro o confermato. L’ho riferito perché in effetti il web è pieno di segnalazioni in merito e trovavo stupido non menzionarle; e invito tutti a documentarsi in proposito seguendo sia i link “sbufalatori” presenti nello stesso articolo di BUTAC (che personalmente ho letto e ritengo che non “sbufalino” un granché), sia cercando in rete autonomamente per farsi la propria opinione.

Mi permetto di suggerire un paio di video per indagare (non convincere) sulla questione.
In questo video l’agente di polizia Jack McLamb avverte la popolazione di attività sospette della FEMA confermando le voci sui campi di concentramento e possibili futuri scenari di rastrellamenti a spese di civili americani.

YouTube player

In quest’altro possiamo vedere un servizio TV dell’emittente Texana KSAT che riprende le parole di MacLamb associate alle testimonianze di persone comuni.

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Proprio perché comunque questo aspetto è marginale per lo scopo del presente articolo, la chiudo qui.

La vera chicca invece si trova nel resto di quel passaggio citato all’inizio di questa sezione.
L’”executive order”, citato nell’articolo di BUTAC, con le ovvie differenze strutturali, non è altro che un procedimento legislativo assimilabile al nostro decreto legislativo (viene citato anche alla voce omonima su wikipedia), e non ha NULLA a che fare con il dichiarare la legge marziale che invece era il fulcro di quanto stavo affermando nel mio articolo, oltre che essere il fulcro delle preoccupazioni dei cittadini riguardanti la crescente copmorphmilitarizzazione della polizia che, a sua volta, è uno degli aspetti di un percorso che potrebbe portare a uno stato di polizia (il tema del film di Crowley, per l’appunto).

Quindi, con un gioco da prestigiatore, l’articolo di BUTAC ha spostato l’attenzione su un elemento assolutamente non inerente e molto meno pericoloso e invasivo, per poi spiegare e minimizzare quell’elemento per ottenere lo stesso effetto anche sul resto delle mie affermazioni.

squalo_bianco_saltoFacendo un esempio ironico, ingigantito e grottesco: è un po’ come se noi stessimo parlando della paura che può fare il trovarsi in acqua con uno squalo bianco, e qualcuno obiettasse argomentando “ah, ma si tratta di un equivoco: in fondo stiamo parlando di un pesce. Anche l’orata è un pesce. L’orata è un piccolo animale, non attacca l’uomo. Vive nelle acque salate ecc. ecc.” e continuasse a raccontare dell’orata minimizzandone i rischi, facendoci dimenticare dello squalo di cui stavamo parlando. In parole povere: la versione dialettica dell’illusionista che nasconde il fazzoletto nella tasca mentre agita l’altra mano per attirare l’attenzione del pubblico.

Tornando a noi, l’articolo di BUTAC (e quelli da loro linkati) non spiegano nemmeno il motivo per cui secondo loro le “bufale complottiste” sulla FEMA e la legge marziale nascano da “quelle che si chiamano Executive Orders”.
Per i “debunker a tutti i costi” è un must stabilire a piacimento da dove nascano e dove portino le teorie che vogliono screditare perché è più facile contestare elementi collegati o marginali, scelti o creati appositamente, piuttosto che contestare il nocciolo della questione. E’ un vecchio e comodo trucchetto.
Se scendessi al livello dell’articolo di BUTAC potrei affermare: “quindi accuse generiche presumibilmente inventate”. E aggiungerei inventate per far passare lo squalo da orata.

Tornando allo squalo invece, la legge marziale, in generale consiste in questo: la sospensione dell’habeas corpus (che concerne il diritto di potersi difendere da una detenzione arbitraria da parte dello stato), la sospensione dei diritti civili e la gestione della giustizia da parte dei militari (militari che, in uno scenario simile, potrebbero essere coordinati dalla FEMA, visto che uno dei suoi compiti è appunto coordinare guardia nazionale ed esercito nei casi di crisi).
martial-law-cops-policeL’articolo 1, sezione 9 della Costituzione degli Stati Uniti, dice che “il privilegio della dell’habeas corpus non sarà sospeso, se non nel caso in cui la sicurezza pubblica lo richieda, in casi di Ribellione o Invasione.”
Lontano dall’essere una procedura mai utilizzata e “da paranoie complottiste”, l’ultima volta che questa la legge marziale fu messa in vigore fu nel 1961 e fu un semplice governatore a instaurarla e per motivi tutt’altro che drastici: il Governatore Patterson dell’Alabama ha dichiarato la legge marziale “a seguito di agitatori esterni che entrano nello stato dell’Alabama per violare le nostre leggi” e che hanno portato a “focolai di illegalità e di mob action”.


Il capolavoro di BUTAC continua:

Ovviamente la polizia non può sbilanciarsi appena ritrovati i cadaveri, quindi il condizionale è d’obbligo, non capisco perché si voglia rendere sospetto anche questo. Davvero assurdo.

Secondo BUTAC è giusto che la polizia non si voglia sbilanciare. E io sono d’accordo. Infatti il problema è opposto: la polizia si è, di fatto, sbilanciata. Dopo aver trovato 3 cadaveri, tutti con colpo d’arma da fuoco alla testa, la polizia ha subito dichiarato che forse si trattava di un omicidio-suicidio senza altri riferimenti balistici o di altra natura.
police-line-do-not-cross-tape-at-crime-scene-1-2000x1349Per quanto ne sappiamo, l’unico elemento a favore di quella tesi poteva essere la pistola trovata a terra vicino ai corpi. Un’arma che però poteva essere stata usata per difendersi da un aggressore da un ex-militare che adorava le armi.
Visto che anche l’articolo di BUTAC è d’accordo sul fatto che è normale che la polizia non si sbilanci, non si capisce perché trovi normale che le forze dell’ordine abbiano rilasciato una dichiarazione condita di condizionali piuttosto che non sbilanciarsi affatto e attendere i risultati autoptici.
Non è affatto assurdo, quindi, che questo sbilanciarsi della polizia possa far sorgere il dubbio (ripeto: “il dubbio” e non “la certezza”) che la polizia abbia subito voluto mettere le mani avanti.


Andiamo avanti con la risposta di BUTAC alla notizia che il film si era assicurato un budget di 30 milioni di dollari:

Davvero? Quanto è stato girato del film? Da quello che ho capito praticamente niente, perché David stava cercando finanziatori ancora il 17 Dicembre scorso. Dopo quattro anni dall’inizio del progetto ancora questo non era decollato.

La notizia dei 30 milioni deriva da una dichiarazione di un amico del regista. Può essere vera oppure no, ma di certo provare che al 17 Dicembre si cercavano ancora fondi non dimostra che il budget non ci fosse (potrebbe essere stato semplicemente trovato dopo quella data) né dimostra che il progetto non stesse funzionando: dimostra solo poca preparazione in fatto di cinema da parte di BUTAC perché chiunque voglia girare un film come vuole, senza che altri ci mettano mano, soprattutto per una produzione indipendente, può doversi trovare a lavorare incessantemente anche per molti anni senza che questo significhi che il prodotto non sia valido.


Poi BUTAC elargisce altri elementi che ci fanno capire che la poca preparazione cinematografica è più vicina ad una profonda ignoranza, senza parlare degli strafalcioni logici:

Ma era davvero così pericoloso questo film? In realtà esistono solo un “concept trailer” e un teaser ad un “documentario” che risalgono al 2012.
[…]
Il problema, che viene taciuto, è che finora David non aveva raccontato nulla. Erano solo idee, trite e ritrite, su un futuro possibile basato su una visione complottista della società americana.

Se sia stato girato solo quanto citato da BUTAC, non si sa. Abbiamo visto solo quanto è stato RILASCIATO del film. Non è detto che sia stato girato solo quello. Ma anche se fosse, ciò non significherebbe affatto che le idee sul film iniziavano e finivano lì.
Bisognerebbe valutare la sceneggiatura, gli appunti, lo storyboard, i dialoghi, ecc. che in realtà possono racchiudere le informazioni di un film completo, anzi potrebbero contenere anche idee in eccesso per un film (che poi quando si gira vengono tagliate o scartate), informazioni che ovviamente BUTAC non ha, ma ciò non sembra essere un problema e, giudicando solo da quello che è stato rilasciato, il loro articolo esclude a priori che possa esserci qualcosa che poteva dare fastidio a qualcuno.


Concludendo:

IBR-2298526l’articolo di BUTAC non ha nessun elemento in grado di fare quello per cui è stato redatto, cioè “sbufalare” il mio articolo.
Siamo di fronte solo a un paio di opinioni corrette ma irrilevanti, diversi giochetti linguistici facilmente disinnescabili e qualche piccolo elemento concreto risultato però completamente fasullo o errato.
Paradossalmente il tutto messo insieme per “sbufalare” un mio articolo che consisteva solo nel riportare un avvenimento, aggiungendo qualche mia opinione in merito, condita di “forse”, senza clamore e senza farle passare per fatti, senza la spavalderia di imporre una versione della realtà o detenere una qualche verità.

teoria-del-complotto-1Di solito sono felice che esista chi limiti il dilagare del complottismo più becero, quello del complotto a tutti i costi, quello del “credo a tutto purché sostenga la mia tesi”. Ne sono felice perché così si ripulisce il lavoro di chi fa una seria controinformazione. E ce n’è davvero bisogno.
Allo stesso modo, però, esiste chi si è ammalato di convenzionalismo acuto, quello che “non può esistere alcun complotto”, quello del “non ci credo a prescindere” e che per dimostrare che tutto avviene sempre alla luce del sole e non c’è mai alcun mistero o cospirazione, si rende più ridicolo di chi vuole “sbufalare”.