son qui per dirlo, ma è impossibile.
che esista o no chi ascolta non ha importanza, conta vomitare… ma non sempre si può. a volte tocca digerire, stare zitti e digerire.
ho capito perchè non so chi sei, nonostante tutto. è colpa mia: non so chi sono io. l’ho dimenticato.
lo vedo quando non riesco a dire una parola quando dici certe cose, mi si spegne tutto dentro, mi sento come se fossi nato nell’istante in cui finisci l’ultima parola. me la cavo con un sorriso, un "eh, sì, hai ragione"… ma tutto il passato diventa solo un mucchio di roba senza senso, lì nel mio cervello, per caso, non perchè l’ho vissuto, solo un muchio di roba dimenticata in un ripostiglio polveroso e buio.
ma tu non sei questo, non voglio che tu lo sia…
voglio che tu sia come lo sguardo che hai quando ti parlo, sembra quasi che cerchi d’entrarmi nel cervello, sembri curiosa nel modo giusto, nel modo che mi piace.
ma non smetteremo mai d’essere così lontani, ne sono convinto.
una volta avevo paura di tutto questo, ma adesso lo comprendo, lo capisco, e non ne sono più spaventato.
non mi spaventano più né tremende verità né sofisticate bugie, ma tra queste vorrei ci fosse ancora spazio per sperare in qualcosa di meglio che non sia solo sopravvivere, fare a meno di ciò che non ho, non dare valore alle cose importanti perchè ho paura di perderle.
vorrei ci fosse ancora spazio per qualcosa di buono, che funziona… non ne posso più di cose mezze rotte.
i frammenti feriscono, sempre.