Commistione tra CTS e Politica



Sembra ci siano due diversi Italie che emergono dalle indagini sull’operato del governo riguardo la pandemia. Una è quella che viene spiattellata sui maggiori TG e giornali. Poi ce n’è un’altra.
Ma ovviamente sono la stessa Italia, solo che i diversi aspetti delle prove emerse vengono separati perché alcune cose si possono dire essendo in linea con la narrazione fin qui propinata. Altre cose è meglio che rimangano periferiche, che vengano diffuse solo marginalmente e da fonti minori, meglio ancora se da fonti non affidabili, “complottiste”, così almeno possono rimanere nel dimenticatoio grazie a quel comodo senso di rifiuto così abilmente introdotto nella psiche collettiva.

La percezione comune sulle indagini è che le zone rosse dovevano essere fatte prima. Insomma, dovevamo essere bacchettati di più, e la cosa peggiore che possiamo dire è che i personaggi politici coinvolti sono stati un po’ incompetenti.
Una narrazione comoda, in linea con tutto quello che è sempre stato detto, ma che fa anche un po’ scoop e dà la sensazione che qualcosa si sta facendo, anche coraggiosamente, per capire se tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto.

Come succede sempre per questo tipo di indagini, una cosa è come queste nascono, procedono e finiscono, un’altra cosa è quello che fanno emergere. In Italia soprattutto siamo abituati a vedere processi in cui le carte e le prove raccontano una chiara evidenza e portano alla luce fatti incontrovertibili, poi però la conclusione del processo è tutta un altro paio di maniche. Ma i fatti emersi rimangono fatti.

Quello che emerge dalle indagini sulla gestione del covid, soprattutto dai messaggi scambiati tra i protagonisti della vicenda, è una realtà che va ben oltre “qualche politico incompetente”.
Il quadro che emerge è che il famigerato CTS (Comitato Tecnico Scientifico), creato appositamente per dare pareri scientifici indipendenti su cui basare scelte politiche, funzionava al contrario, ovvero non dava pareri in base ai dati che aveva e sui quali la politica avrebbe dovuto prendere decisioni, ma al contrario, il CTS otteneva pareri dalla politica sui quali confezionare i dati da presentare come pezze d’appoggio alle politiche già decise a monte.

Giuseppe Ruocco, che faceva parte del CTS scriveva: “Vogliono che anche noi siamo allineati (…) insomma i politici non dovrebbero dialogare con noi (…) dovrebbero ricevere i nostri suggerimenti e poi decidere (…) Commistione pericolosa”.
Dall’informativa della Guardia di Finanza (che si chiama proprio “Commistione tra Organo tecnico e Organo politico”) si legge non solo che alle riunioni del CTS erano spesso presenti l’allora ministro Roberto Speranza o altri ministri nonostante avrebbero dovuto essere a porte chiuse, ma che in più occasioni, Speranza ha concordato con Silvio Brusaferro (direttore dell’Iss e componente del Cts) quale sarebbe stata l’indicazione del CTS sui vari quesiti che gli venivano posti.
Quando il CTS aveva modelli che predicevano un miglioramento della situazione, venivano accantonati e presentati altri modelli per sostenere le decisioni politiche a monte.
Quando il CTS disse che era critico sulla chiusura delle scuole, Speranza rispose che così li avrebbero “mandati a sbattere” e che “avrebbero perso credibilità”. Perché quello che contava era avere credibilità politica per continuare su decisioni già prese, non basi scientifiche su cui modellare prossime decisioni.
Quando Speranza spingeva sul lockdown totale, Brusaferro rispondeva che non c’erano evidenze scientifiche per misure di questo genere.
“…fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo” diceva il 15 marzo 2020, in pieno lockdown, Ranieri Guerra, allora numero due dell’Oms parlando su WhatsApp con Silvio Brusaferro.
Quando si comprarono milioni e milioni di mascherine dalla Cina e risultate non idonee ad alcun tipo di protezione nei confronti di agenti patogeni quali i virus, Speranza risponde a Brusaferro dicendo “Non è materiale per personale sanitario. E neanche DPI. Sarebbe per cittadini comuni quando escono a fare spesa o altro”. Insomma, andavano bene come museruole.

Dalle carte emerge quindi che il CTS dava parere negativo o dubbioso sia su LockDown totale, sulla chiusura delle scuole, sui tamponi e pure sulle mascherine. Scelte invece poi prese dalla politica e presentate come una soluzione sostenuta scientificamente da dati incontrovertibili, al punto che chi aveva dubbi era un terrorista.
Praticamente, per la stampa dell’epoca, il CTS era un covo di novax negazionisti di estrema destra. Meno male che Speranza ci ha messo una pezza e ci ha salvato.
Ironia a parte, il CTS era come un qualunque altro organo dello stato: un covo di piccoli burocrati messi lì alle dipendenze di un potere centrale. Chi ancora ritenga che esistano organi indipendenti che possano dare valutazioni oggettive senza avere ripercussioni, semplicemente vive sulla Luna. Capisco che qui c’era la parolina magica “scientifico”, ma vivete nel paese della Gladio, della P2, di Ustica, della trattativa stato mafia. Io direi che è anche ora di darsi una svegliata, no?

Dalle carte si evince chiaramente non solo che c’era una vera e propria commistione ma che, anche al netto di quella, si avevano i cosiddetti dati scientifici sia per dimostrare X che il contrario di X, bastava ascoltare l’esperto A anziché B, copiare il paese C anziché D, o mostrare il grafico E anziché il grafico F. Questa è la realtà.
Infatti, adesso vediamo blasonati scienziati e virologi scatenatisi nel “Pandemia Scientific Party” che pubblicano sui social le loro deboli e ridicole scuse abbandonando la nave come… Eh, avete capito, come fanno certi animaletti simpatici usati proprio da qualcuno per descrivere i cosiddetti “no-vax”. Abbandonando la nave che loro stessi avevano creato e da cui blastavano tutti quelli che avevano anche solo un minimo dubbio.

Dove sono tutti quelli che erano “dalla parte della scienza”, così infervorati da togliere il lavoro alle persone, a segregarle, a far fermare un paese, a denunciare le feste del vicino di casa perché “lo dice la scienza”, “lo dicono i numeri”, quando era pieno di professionisti che dicevano il contrario ma venivano zittiti, derisi, o radiati?
Come se i numeri o la scienza potessero dire o decidere qualcosa. Non dicono mai niente. Sono le persone, le idee, le volontà delle persone, le interpretazioni a decidere. Sempre. E in questo caso, mi dispiace per chi ci ha creduto, ma avete seguito le interpretazioni, le volontà, le idee di persone che non hanno avuto un briciolo di vergogna a mentirvi e mettervi uno contro l’altro sfruttando paura e morte.
Non avete sostenuto la scienza mentre mettevate al rogo milioni di persone, avete solo sostenuto le decisioni di qualche burocrate che aveva ben altri scopi rispetto a quello di proteggervi da un’epidemia.