D’un gatto sonnambulo era lo spirito. Passò lieve sul balcone. Difficile dire quanto più lieve di un gatto vivo. Lo sguardo era vivente, presente, profondo. Lui sapeva. E non se ne curava. Difficile dire se conoscenza e distacco fossero prerogative della morte o della felinità. Notte su notte. Il buio l’attraversava tanto quanto la luce, […]
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Stupidi & affamati
Per affogare bisogna sapere Coraggiosamente lasciarsi andare O agitarsi senza controllo Altrimenti semplicemente si galleggia Non voglio galleggiare Da lì non si vede che una linea Tra un cielo troppo lontano Indistinto, intoccabile E un abisso imperscrutabile Nascosto dietro il diaframma Che argenteo si fa specchio Sprofondando invece Si inala il peso di questa esistenza […]
Due mostri
In piedi di frontel’uno all’altrostavano due mostri. Si incolpavano, si insultavanoper i loro visi, i connotatiquasi immondi e ributtanti. Nessuno dei due capivad’indossare solo una mascherache l’altro reggeva.
Colpevolmente
Così me ne andaiAssetato di gocceAffogato in cascateInebriato da dettagliStritolato da macerieIlluso di poter dareForma, colore e arteSull’orlo di una vitaColpevolmente Dipinta d’inutile.
Se par azione
Subisco la separazione di ciò che non è mai stato unito pervaso, devo sentirmi di grigio mercurio annodato al frastuono di vite ed eventi che mi sorpassano prestami quella leggerezza così evidente e sublime anche fosse una bugia non la vedrò attraverso i tuoi occhi.
Polvere sono
Trovo, la sera le briciole di ciò che ero svolazzano come polvere quando muovo i ricordi.
Vetro Appannato
i ricordi diventan forme immonde ingiustificate eccole là bestie affamate cospiratrici e sanguinarie voi bramate il sangue, da me, che ve l’ho sempre concesso vi nascondete dietro al vetro appannato dal tempo distorto e sciolto dall’attrito degli anni piovuti lì dietro potete truccarvi diventare i miei mostri disgraziati vi gettate orrendi su di me per […]
annegamento inVerso
senso di doloroso smarrimento come acqua che solca un viso prono assiste immobile, sopraffatto alla soggettiva di un’amara cascata di rivoli d’irritante inutilità come l’urlare sordo nei sogni silenzio, grida, parole… la stessa cosa.
L’equilibrista sociale
flirtare col mondo nel buio della solitudine è il sogno di ogni equilibrista sociale la creazione è la maschera non il fine, né il bisogno talento? puro caso avrei voluto diventare bravo in qualcosa ma ho potuto diventare solo me stesso.
l’alpe
improvvisamente succede di capire o anche temere che l’intera esistenza sia solo un’eterna ed unica voce che piange l’altrui morte una dopo l’altra mentre quelli che ascoltano si dividono tra chi rimane dilaniato e chi non vuole o non riesce a curarsene.