Bombe ad orologeria galleggianti, ecco cosa sono le petroliere.
Il 25 luglio un ennesimo mostro del mare si è incagliato alle Mauritius, nell’Oceano Indiano, e sta sversando idrocarburi in acqua. La “fortuna” ha voluto che la nave fosse praticamente vuota ma nonostante questo al suo interno si trovano comunque 4000 tonnellate fra diesel e carburante proprio che stanno finendo nel mare. Se fosse stata a pieno carico le tonnellate complessive avrebbero potuto essere più di 200′000, duecentomila!
Nonostante questa “fortuna” il disastro ecologico è dietro l’angolo, in una zona dagli equilibri ecosistemici delicatissimi inserita fra le zone umide di importanza internazionale tutelate dalla Convenzione di Ramsar, e nei pressi del parco marino di Blue Bay.
Quello che mi fa incazzare ulteriormente è trovare sui giornali frasi come “Gli ambientalisti ora temono che…” Gli ambientalisti temono? E gli altri non temono? Come se la cosa riguardasse solo una cerchia di persone che si occupa della faccenda per hobby, come se non riguardasse tutti, come se questo non fosse un ennesimo proiettile puntato alla testa di tutti noi, no, ambientalisti a parte gli altri possono non temere questo e altri disastri ambientali.
Ovviamente la notizia è relegata nel sottoscala del palinsesto di qualunque strumento di informazione, mentre cos’ha detto il Papa e cos’ha fatto la Juve lo veniamo a sapere anche se non lo vogliamo.
Tanto per rimanere in tema, pare d’essere sul Titanic che affonda con i musicisti che continuano a suonare e la gente li sta pure a sentire, mentre c’è uno sparuto e strano gruppetto di persone che teme l’affondamento, ma ora andiamo al cinema sul ponte 3 che danno “Natale in India”.