Ho tradotto questo articolo perché racconta una storia non raccontata, una scheggia di vera rivoluzione, di persone che si sottraggono ad un sistema e cercano di fondare qualcosa di nuovo, con i pro e i contro. Buona lettura.
Nel pensiero occidentale tradizionale Il Medio Oriente oggi è l’ultimo posto in cui chiunque avrebbe pensato di trovare ideologie politiche progressiste e, ancor meno, vedere quelle stesse ideologie tradotte in azione. La nostra immagine della regione è quella di una delle peggiori dittature, giunte militari e teocrazie costruite sulle rovine dell’ex impero ottomano, quella di stati vuoti come l’Afghanistan o come in Pakistan, dove usciti dalla capitale ci ritroviamo in Mad Max. La notizia, che non troverete nei media mainstream, è che una parte della regione non solo è libera, ma sulla buona strada per l’utopia.
Ma non siete su un mainstream media in questo momento, vero?
Lungo i confini della Siria con la Turchia e l’Iraq settentrionale, si trova una zona prevalentemente curda, con una popolazione di 4,6 milioni persone, in cui sta avvenendo un grande esperimento sociale, al centro di un fuoco incrociato tra la dittatura della Siria, la follia dell’ISIS e le ostilità in corso tra la Turchia e l’indipendentismo curdo, con sullo sfondo gli Stati Uniti e la NATO che incombono minacciosamente. Stiamo parlando del Democratic Union Party (PYD) e il Consiglio Nazionale Curdo (KNC) stabilitisi nella regione di Rojava, che stanno formando una società che mescola un estremo libertarismo (le armi sono ovunque e non esiste alcuna tassa – nessuna!) con una pacifica occupazione Anarchica addizionata ad una sana dose di femminismo. Mentre la maggior parte dei gruppi curdi, in particolare quelli ai quali gli Stati Uniti sono amichevoli, vorrebbero un giorno creare uno stato curdo, in Rojava hanno saltato l’idea dello Stato-nazione arrivando direttamente ad un sistema più avanzato che chiamano Confederalismo Democratico.
Nei Cantoni di Rojava, c’è un piccolo governo centrale con un minimo assoluto del 40% di delegati femminili, ma la maggior parte del lavoro quotidiano per gestire la società avviene a livello locale, strada per strada e villaggio per villaggio. Il “capo architetto” del Confederalismo Democratico, Abdullah Ocalan, dice che “Ecologia e femminismo sono pilastri centrali” del sistema che ha guidato. Una frase estremamente progressista anche per dei politici occidentali. In Rojava, gli uomini che picchiano le mogli devono affrontare un ostracismo estremo da parte della comunità, rendendo la loro vita sociale virtualmente impossibile. Piuttosto che usare una forza di polizia e un sistema carcerario, “comitati di pace” operano in ogni comune per disinnescare i cicli di uccisioni inter-familiari per vendetta, grazie ad accordi consensuali tra le parti – e funziona!
L’unica parte dell’esperimento di Rojava che ha ricevuto l’attenzione internazionale è stata la YPJ, le forze paramilitari femminili, che hanno combattuto, vincendo, contro ISIS e l’esercito siriano. NBC, il Guardian e anche Marie Claire hanno tutti riportato del coraggio di queste donne senza però mai dire una parola sull’ideologia che l’ha reso possibile.
E ‘stato il YPJ, insieme ai loro colleghi maschi (la YPG), che ha salvato migliaia di Yazidi bloccati e circondati dall’ISIS sul Monte Sinjar, nel nord dell’Iraq. […] Hanno anche difeso con successo la città di Kobani quando l’ISIS ha lanciato un assalto a tutto campo sulla città con carri armati, missili e persino droni. Nonostante pesanti perdite, la città rimane libera dall’ISIS, anche se le sue frazioni sono tuttora contestate.
Il YPJ / G e il Movimento della Società Democratica per i quali essi lottano non sono perfetti: sono stati accusati di usare bambini soldato (più che altro bambine di dodici anni che servono come cuoche e addette alle pulizie per la YPJ e alle quali viene fornita una formazione di base di combattimento, anche se non sono impiegati in combattimento). Oltre a questo aspetto, sono malvisti anche per la loro associazione con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), guidato da Abdullah Ocalan, e classificato come organizzazione terroristica dalla maggior parte delle nazioni. Il partito ex marxista-leninista ha anche alcuni torbidi collegamenti al traffico di droga e l’intelligence turca.
Nonostante tutti gli ostacoli di fronte a sé, la gente di Rojava è, in questo momento, l’unico movimento al mondo, su vasta scala, che persegue l’attuazione di una vera e propria alternativa allo Stato e al capitalismo. Come le federazioni anarchiche spagnole e zapatisti messicani prima di loro, la gente di Rojava ha scelto di fare l’impossibile: creare una nuova società mentre lotta come una delle più piccole forze che ci siano in una guerra regionale, come camminare su una corda tesa in mezzo ad una partita di basket. Solo il tempo dirà se possono farcela.
Fonte: http://www.cvltnation.com/anarchists-vs-isis-the-revolution-in-syria-nobodys-talking-about/
Photos: Erin Trieb
Traduzione e adattamento: Mason Massy James